“Volontà e passione sono le nostre carte vincenti” ammette Adriano Aere, presidente del Gruppo Imperial a Pitti Bimbo per il marchio di childrenwear Please Kids.
Sono positivi i numeri dei primi dodici mesi dal lancio della collezione Please Kids, che Imperial ha creato nel gennaio scorso: venduti oltre 200.000 capi con un turnover di 2,5 milioni di euro, ed a questo punto l’obiettivo è arrivare a 6 milioni entro la fine del 2017.
L’espansione maggiore del business ha riguardato Italia, Germania e Francia, in particolare in Italia è andato nel 2016 il 90% della nostra produzione. Il 2017 focalizza l’attenzione sui paesi esteri, Spagna, Cipro, Russia, Ucraina, Belgio e Paesi Arabi, seguendo il percorso tracciato da Imperial. Uno sguardo particolare sarà rivolto all’Iran, con il quale l’azienda ha già avviato una partnership promettente. La crescita del progetto è stata accompagnata dalla creazione di una rete vendita forte e stabile e da una distribuzione basata su punti vendita selezionati con una copertura territoriale omogenea.
“I risultati ottenuti – dice Adriano Aere – sono la dimostrazione della forza e del potenziale del prodotto e del marchio, nonché dell’entusiasmo che l’azienda è riuscita a trasmettere ai suoi clienti. L’ordine medio per cliente è cresciuto del 25% rispetto alla prima uscita a seguito del lancio della SS 2016 e tutto lascia ben sperare che il successo continui sia con la SS 2017 che con le nuove proposte del Back to School FW 17-18. In un mercato caratterizzato dalla forte frammentazione dell’offerta, il marchio si aspetta di diventare un punto di riferimento del childrenswear. Abbiamo grandi ambizioni per questo progetto, sempre ritenuto strategico e trasversale per l’intera azienda. Esperienze e competenze del Gruppo saranno quindi messe all’opera per scrivere una nuova pagina nella storia della moda Junior Made in Italy”.
Ma quello che più caratterizza questo marchio è la decisione di trasferire sul bimbo la politica del fast fashion già sposata da Imperial. “Si tratta di una scelta molto difficile, a maggior ragione se compiuta sul childrenwear che è un comparto complesso – spiega Aere – l’idea di presentare flash ogni due mesi anzichè le collezioni semestrali è davvero una grande novità che innanzitutto doveva essere recepita dai negozi che in un primo momento hanno avuto difficoltà a gestire le vendite. Ma poi il meccanismo è partito e il sell out è stato di oltre il 75% prima dei saldi”.