Ad un anno e mezzo dall’apertura dell’iter e del tavolo di confronto è stato sottoscritto il protocollo “Patto per il tessile”, firmato da Confindustria Toscana Nord, CNA Toscana, Confartigianato Toscana/tessile/moda e Associazione Astri con Regione Toscana, Comune di Prato e Alia Servizi Ambientali spa.
L’assunto, condiviso da tutte le parti interessate, è stato quello della necessità di ridurre al minimo i volumi dei rifiuti, promuovendo il riutilizzo più esteso possibile degli scarti di lavorazione del distretto pratese, ad esempio residui delle fasi tessili di pettinatura, filatura, tessitura, rifinizione come cascami, testate, fila, frasami, oltre che i ritagli di confezione. L’obiettivo del massimo riutilizzo è legato a normative “end of waste” di livello nazionale ed europeo, che riguardano sia gli scarti di lavorazione che il cosiddetto post-consumo, in pratica gli abiti usati: la Regione Toscana nel protocollo si impegna a sostenere azioni per fare in modo che le normative divengano più chiare ed efficaci, in grado di agevolare il reimpiego dei materiali – oggi soggetti a passaggi burocratici onerosi soprattutto per le piccole imprese – e quindi di ridurre il volume dei rifiuti.
chi commercia materiali tessili riutilizzabili viene considerato parte della filiera
Per la parte di pertinenza della Regione il protocollo contiene passi avanti per un più facile riciclo dei materiali: chi commercia materiali tessili riutilizzabili viene considerato parte della filiera, agevolando gli adempimenti; lo status di sottoprodotto può essere attestato, con le debite formulazioni, anche attraverso i contratti di compravendita; dei sottoprodotti sarà comunque stilato anche un elenco, sebbene non esaustivo, che individui quelli riconosciuti come tali.
“Due – dichiara Andrea Cavicchi, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – i punti che abbiamo particolarmente apprezzato. L’accettazione da parte della Regione, come allegato al protocollo, delle linee guida per l’applicazione del regime di sottoprodotto a molti degli scarti tessili che si generano nel distretto e il riferimento allo sviluppo dell’impiantistica, per la quale viene superata la netta distinzione fra rifiuti urbani e speciali. Su entrambi gli aspetti comunque avremmo auspicato più coraggio da parte sia degli uffici tecnici che della componente politica. Per gli impianti, in particolare, a parte il dato positivo ma non risolutivo della piattaforma di Alia, siamo ancora molto, troppo nel vago. Questo protocollo del resto è un punto più di partenza che di arrivo”.
“Considerate le difficoltà che le imprese tessili hanno vissuto sulla propria pelle da più di un anno – sottolinea Claudio Bettazzi, vicepresidente di CNA Toscana e presidente di CNA Toscana Centro – riteniamo questo protocollo un buon passo avanti per iniziare almeno a dare risposte concrete sia alle legittime richieste di tutto il comparto tessile e abbigliamento, sia all’esigenza di affrontare questa problematica con una chiara impronta ambientale, orientata all’economia circolare. Apprezziamo anche l’apertura del tavolo permanente per monitorare la realizzazione di quanto abbiamo sottoscritto, l’individuazione di un’area rivolta a trattare rifiuti provenienti dal distretto pratese e le semplificazioni burocratiche”.
“Sono molto contento – dice Moreno Vignolini, presidente regionale della Federazione Moda Confartigianato – perché pur tra mille difficoltà e con tempi lunghi siamo comunque riusciti a trovare un punto di condivisione che tra associazioni di categoria e pubbliche amministrazioni si traduce in impegni concreti. Mi ritengo quindi soddisfatto, ma lo sarò ancora di più se nei prossimi mesi verranno rispettati tempi e modi e soprattutto se, nel giro di qualche anno, anche grazie all’attività svolta presso il Ministero, potrà portarci frutti anche in termini di normative”.
“Ci sono ancora dei punti da chiarire – commenta Sauro Guerri, vicepresidente Astri – ma è sicuramente positivo che sia stata posta l’attenzione sulle necessità del nostro settore”.