La produzione industriale a Lucca, Pistoia e Prato nel primo trimestre del 2022 non si discosta molto, per numeri e tendenza, da quella nazionale. C’è stata infatti solo una lieve frenata, mentre il problema rimangono i prezzi, con l’incognita legata alla guerra in Ucraina.
Secondo le rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord la variazione tendenziale annua è del +6,1%, anche se leggermente inferiore ai trimestri precedenti. La differenza tra gli ultimi trimestri (primo 2022 e quarto 2021) è invece negativa (-1,1%).
“Un risultato non esaltante, ma non tale da destare particolari allarmi – osserva il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini – perchè la nostra area vive le proprie dinamiche in termini del tutto coerenti con quanto sta avvenendo in Italia. Ci accomuna al resto dell’economia italiana e mondiale la percezione di una forte incertezza dovuta a fattori geopolitici dall’evoluzione imprevedibile. Gli effetti diretti sulle aziende riguardano soprattutto i prezzi elevati di gas metano, energia elettrica e materie prime e la disponibilità di alcune di esse; compromessa anche la situazione dei trasporti, sia per i prezzi che per la funzionalità di alcuni dei principali poli logistici mondiali, soprattutto in Cina. Un quadro di eccezionale complessità nel quale ad oggi rimane un fondamentale punto di forza: salvo alcune eccezioni, la domanda di beni prodotti dalle nostre azione è ripresa con decisione”.
A livello di province Lucca ha chiuso a +3,4% rispetto allo stesso periodo del 2021 e a -0,8% rispetto al quarto trimestre 2021; Pistoia a +4,1% e -4,6%; Prato +11,6% e +0,5%.
Nel pistoiese l’abbigliamento maglieria è salito del 6,9%, i tessuti dello 0,1%. Numeri che cambiano spostandosi a Prato, dove il tessile è a +14,9% rispetto al 2021 e + 3,3% rispetto al dicembre 2021. Bene anche il meccanotessile (+7,8% e +3,8%) e abbigliamento (+7,6% e +3,2%). Ma manifatturiero pratese resta a -8,5% rispetto al 2019.
