Congiuntura tessile

Il tessile-abbigliamento è vivace, ma la guerra è un rebus

Male il 2020, molto bene il 2021, tutto da capire il 2022: il tessile-abbigliamento italiano è in una fase di grande incertezza dovuta agli ultimi eventi di politica internazionale ed il punto fatto da Sistema Moda Italia alla vigilia della stagione fieristica aiuta solo in parte nella lettura del futuro.

Il 2021 dovrebbe chiudersi a +18,4%, in recupero rispetto al -20% dell’anno precedente ma ancora in difetto di circa tre miliardi di euro (-5,4%) alla voce vendite.

Nel 2021 bene anche il commercio con l’estero, con l’export a +18%, con il “monte” della filiera a +19,3% e il “valle” a +17,4%; resta un divario dell’1,3% rispetto ai livelli pre-pandemici raggiunti nel 2019.

In area negativa c’è l’andamento di aziende ed addetti: le prime sono previste in calo del 2,0%, i secondi 2,1%. Viene stimata una chiusura di quasi 890 unità, mentre gli occupati persi ammonterebbero a oltre 7.860.

Nei primi due mesi del 2022 l’import è cresciuto del +1,5%, l’export del 15,9%; a livello di macro-comparto, il Tessile assiste ad una variazione del +27,7%, l’Abbigliamento del +11,2%. Sia la UE che l’extra-UE hanno un trend positivo: la prima del 19,5%, la seconda del 12,4%. Francia e Germania restano al primo e secondo posto per valore di export, ma le indicazioni migliori arrivano dagli USA, con un +53,9%.

Dopo un 2021 a -11% inverte la tendenza l’export diretto nel Regno Unito (+19,6%), mentre frenano Cina (-0,4%) e Hong Kong (-7,8%). La Corea del Sud registra un aumento del 5,2%, il Giappone si mantiene negativo come nel 2021 e perde ancora il -9,5%. Per la Russia i dati sono superati dai fatti: prima del conflitto con l’Ucraina l’export segnava +2,3%.

Sistema Moda Italia ha anche affrontato il tema scottante dei rincari, sia delle materie prime che delle utenze. Nel caso delle fibre utilizzate nell’industria del Tessile-Abbigliamento in aprile l’indice ha presentato una crescita del 19,4% in euro.

Il cotone è a +89,5% (USA Pima +111,1%, cotone dell’Asia Centrale +80,0%, quello greco +56,8%), la lana registra un +10,5%, le fibre sintetiche +22,5%, quelle artificiali +13,2%; la seta greggia è a +30,0%.

In crescita il prezzo del gasolio (+84,42% in un anno e +29,43% da gennaio), mentre l’energia elettrica va da un +256,37% a un +243,80% a seconda delle fasce orarie. Infine il gas, cresciuto del 382,74%.

Il presidente Sergio Tamborini, analizzando i dati, ha parlato di “attuali scenari economici internazionali decisamente complessi che impongono un ripensamento della filiera e della sua scala di valore”.

“Le crescenti sfide – ha concluso Tamborini – ci spingono a riconoscere il giusto valore alla manifattura e alla produzione. Il new deal della moda può solo passare attraverso la collaborazione tra il monte e il valle del mercato, ovvero la produzione e i brand, nel rispetto di principi fondamentali come la sostenibilità, che ci vedi protagonisti con il consorzio per il recupero del tessile Retex.Green”.

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