Cinesi al lavoro

Prato, straniera un'impresa su tre

Il rapporto sull’imprenditoria straniera nella provincia di Prato, elaborato dalla Camera di Commercio, ha portato dati attesi: nel 2019 oltre un’impresa su tre è stata guidata da imprenditori esteri. L’aumento rispetto al 2018 è stato del 3,3% e la quota ha raggiunto 9.554 imprese a fine 2019. Anche le aperture delle nuove attività hanno ripreso a crescere: sono 1.503 le nuove imprese straniere, il 54 per cento del totale delle iscrizioni al Registro Imprese della Camera di Commercio di Prato.

Nel manifatturiero la percentuale si impenna: il 58,2% delle imprese è di origine straniera. Per quanto riguarda la comunità cinese, rimane confermata la spiccata vocazione manifatturiera, rappresentando da sola il 55,4% dell’intero comparto industriale: le confezioni sono 3.800, più dell’88 per cento del totale, ma la presenza è importante anche nel tessile, dove le aziende cinesi sono circa 420 e rappresentano oltre il 22 per cento del settore.

Secondo la Camera di Commercio i dati confermano la tendenza a una progressiva stabilizzazione delle dinamiche di sviluppo e di ricambio interno alla comunità imprenditoriale straniera della provincia. L’andamento delle società di capitale attive che rappresentano la soluzione più solida sul piano patrimoniale, organizzativo e gestionale dice che 829 (+15,8%) società di capitale hanno all’interno figurano amministratori e/o soci di nazionalità cinese.

Le imprenditrici straniere sono il 36,7% (italiane al 29,4%) ed anche in questo caso è la comunità cinese quella che si distingue maggiormente (2.900 donne, 44,3% del totale).

“Il distretto pratese offra possibilità di fare impresa – commenta Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Prato – che vengono colte dagli imprenditori stranieri, che mostrano sempre una spiccata vivacità nell’aprire nuove imprese e nel ricercare nuovi mercati in cui investire. Il numero delle imprese guidate dalla comunità cinese rende indispensabile, oggi più che mai, un confronto sano, trasparente, leale e costruttivo con questa realtà. Un confronto che costituisca un fattore di coesione per il nostro territorio e diventi un momento condiviso di progettualità proiettata al futuro di Prato, in particolare su come la nostra città dovrà riposizionarsi nella fase Post Covid-19”.

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