Presentato il volume ‘Economia biellese 2016’

Presentato il volume ‘Economia biellese 2016’

La Camera di Commercio di Biella e Vercelli in collaborazione con l’Unione Industriale Biellese ha presentato questa mattina il volume Economia Biellese. La novità di quest’anno è che sono stati previsti due momenti distinti per la presentazione dei dati raccolti nel compendio Economia Biellese 2016: a fine luglio sono stati diffusi solo i principali dati della nuova edizione dell’annuario, mentre oggi è stato presentato il volume completo, insieme ad un aggiornamento dei vari indicatori al 1° semestre 2017.

Alla presentazione dello stato di salute dell’economia del territorio biellese tramite l’analisi dei dati, sono stati affiancati approfondimenti sui servizi digitali che il sistema delle Camere di Commercio mette a disposizione delle imprese e sulla sfida rappresentata dall’industria 4.0.

Si tratta della 21ª edizione congiunta della realizzazione ‘Economia Biellese 2016’, che è scaricabile gratuitamente all’indirizzo web http://www.bi.camcom.gov.it/Page/t06/view_html?idp=2776.

La riorganizzazione del sistema camerale, che porta ad un nuovo assetto territoriale delle Camere di Commercio, che passano da 105 a 60, prevede in Piemonte l’accorpamento delle C.C.I.A.A. di Biella-Vercelli, Novara e Verbano Cusio Ossola e delle C.C.I.A.A. di Asti e Alessandria, mentre quelle di Torino e Cuneo restano autonome perché superano il limite, fissato dalla riforma, delle 75mila imprese iscritte al Registro Imprese – ha dichiarato il presidente della C.C.I.A.A. Alessandro Ciccioni in occasione della presentazione del volume – Con l’accorpamento, il quadrante che comprende le province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli diventa il secondo ente camerale regionale, dopo quello di Torino, grazie alle 96.961 unità locali, che rappresentano il 18,1% del totale regionale – dato che sale al 21,4% per il settore industria e al 21,3% per il turismo – ai 250.691 occupati, il 18,5% del totale piemontese, e al valore aggiunto che si attesta a 21miliardi e 13 milioni di euro, pari al 18,1%. Il nuovo ente, che assume quindi una certa rilevanza nel panorama regionale, dovrà cogliere l’opportunità dell’accorpamento per proseguire nell’attività di supporto alle imprese e svolgere le nuove funzioni strategiche, attribuite dalla legge, in tema di digitalizzazione, orientamento e formazione, valorizzazione del  turismo e del patrimonio culturale”.

A descrivere il quadro socio-economico del 2016, sono stati Sarah Bovini, dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, e Rocco Casella, responsabile del Servizio Ricerca Economica della CCIAA. “Gli indicatori congiunturali confermano che nei primi sei mesi dell’anno l’economia regionale ha ripreso vigore – ha spiegato Bovini – Un contributo fondamentale è arrivato dal comparto manifatturiero, che ha evidenziato dinamiche positive sia nel primo che nel secondo trimestre dell’anno, grazie in particolar modo alle industrie metalmeccaniche. I consumi interni hanno manifestato una maggior vivacità rispetto al recente passato e i risultati che arrivano dal commercio estero appaiono decisamente incoraggianti. Le esportazioni regionali, dopo la battuta d’arresto registrata nel 2016 sono, infatti, tornate a crescere in misura sostenuta nel I semestre 2017. In miglioramento anche i dati del mercato del lavoro, che mostrano, a fine giugno 2017, un numero di occupati nella regione in crescita e una riduzione sensibile del tasso di disoccupazione. La ripresa è ormai una realtà, anche se recuperare il terreno perso negli anni della crisi non sarà semplice”.

Ospiti per gli approfondimenti di quest’anno sono stati Luca Candiani, Direttore Direzione Progetti di InfoCamere e Franco Deregibus, Responsabile Digital Innovation Hub Piemonte.

“In un momento di importante trasformazione del sistema camerale – ha spiegato Luca Candiani, Direttore Direzione Progetti di InfoCamere – le Camere di Commercio ritengono fondamentale affermare il sostegno attivo al tessuto imprenditoriale, attraverso iniziative che operino in una decisa ottica di servizio. È questo il contesto nel quale si colloca la progettazione del portale impresa.italia.it, una piattaforma sicura e accessibile in qualunque momento e ovunque – con SPID o Carta Nazionale dei Servizi – da smartphone o tablet. Un “cassetto” virtuale dove avere sempre a disposizione bilanci, atti, fascicoli e pratiche della propria azienda e da cui partire per conoscere ed entrare in contatto con le imprese più innovative sul mercato. Si tratta di un’interfaccia diretta, gratuita e digitale, tra l’imprenditore e le Amministrazioni utilizzando la declinazione di tre aspetti essenziali del futuro ecosistema digitale del Paese: identità digitale, anagrafe unica nazionale, implementazione secondo linee guida governative rendendo fruibilie in modo omogeneo qualunque servizio”.

“Industria 4.0 è una tendenza ineluttabile, che cambierà il modo di concepire i prodotti, i servizi ad essi collegati e i processi produttivi – ha spiegato Franco Deregibus, responsabile  del Digital Innovation Hub Piemonte – Il governo, con il Piano Nazionale Industria 4.0, ha voluto definire le linee guida per aiutare le aziende nel percorso di digitalizzazione. I Digital Innovation Hub sono stati creati per supportare questo percorso”.

A tirare le conclusioni dell’incontro è stato il vicepresidente dell’Unione Industriale Biellese con delega a Economia d’impresa, Emanuele Scribanti: “In Italia si registra una leggera accelerazione della produzione e degli ordinativi, una situazione che si riverbera anche su Biella e che è legata fondamentalmente a due fattori: il primo, e preponderante, è senza dubbio l’estero, e i tassi percentuali di crescita delle esportazioni lo testimoniano; il secondo fattore riguarda il leggero aumento dei consumi nel nostro Paese. Aumenta, al tempo stesso, anche il Pil, che allontana le incertezze di un momento economico delicato e difficile. Restano, per contro, molte criticità, soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile, che nel Biellese è ancora piuttosto elevato, e alla mancanza di nuovi tecnici in grado di garantire il turnover nelle aziende tessili del nostro distretto”.

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