Anche l’Unione Industriale Pratese interviene su quello che più che un caso sta diventando uno dei problemi principali di Prato, ovvero lo smaltimento illegale dei rifiuti delle aziende tessili.
Dopo l’ultimo caso, con tre nomadi sorpresi dalle telecamere di sicurezza ad abbandonare sacchi di scarti tessili caricati in aziende gestite da cinesi, l’Unione ha rilasciato una nota: “Sosteniamo che la legalità sia in primo luogo al nostro interno, essendo l’Unione dotata anche di un codice etico, sia sul territorio, ritenendo che tutto ciò che vi accade la riguardi sul piano morale e materiale. Comportamenti illegali in materia di gestione del personale, di adempimenti fiscali e tributari, di normative ambientali danneggiano tutto il distretto. Il danno è d’immagine ma è anche diretto sui conti delle imprese legali. Il caso dei rifiuti prodotti dalle imprese (con proprietà italiana, cinese o di altra etnia) è emblematico. Trattandosi di rifiuti speciali, questi devono essere smaltiti da soggetti specializzati secondo modalità prestabilite. Fino a poco tempo fa la maniera più facile per chi voleva sbarazzarsi dei rifiuti a costo zero era di metterli nei cassonetti. Ora che i cassonetti sono sempre meno per la diffusione del ritiro porta a porta dei rifiuti urbani, la soluzione adottata dai disonesti è ancora più brutale: si disseminano i sacchi di rifiuti dappertutto, con effetti per la collettività ancora più negativi sul piano paesaggistico, igienico e dei costi. Certamente, come evidenziato giorni fa anche da interventi sulla stampa, gli alti costi di smaltimento hanno un loro ruolo nella decisione di eluderli assunta da alcune imprese”.
“Come Unione Industriale Pratese – aggiunge il presidente Andrea Cavicchi – chiediamo in primo luogo controlli. Bisogna evitare che si faccia ricorso a pratiche di smaltimento illegali. Però bisogna anche agire sul versante del contenimenti degli oneri a carico delle aziende. Nel caso dello smaltimento dei rifiuti speciali l’Unione ha più volte segnalato il problema degli alti costi richiesti dalle società specializzate. Sia queste che la stessa ASM hanno nelle associazioni di categoria il loro riferimento naturale per affrontare questi temi, che riguardano tutte le imprese senza alcuna distinzione etnica o di altra natura”.