“La ripresa c’è, anche se lenta” ha detto il presidente di Milano Unica Alessandro Barberis Canonico inaugurando il salone del tessile italiano ma a giudicare dal movimento a Rho sembra che l’accelerazione sia alle porte.
Vero è che Milano Unica è “compatta”, racchiusa in due padiglioni e che la scacchiera dei corridoi comprime visitatori e clienti ma a poche ore dall’apertura la sensazione è che il miglioramento rispetto al settembre 2020 sia evidente.
Lo è nei numeri, con 63 espositori in più, ma anche nell’atmosfera: timore, dubbi e titubanze allora, più ottimismo adesso che il peggio sembra passato.
“La ripresa è a macchia di leopardo – ha detto Barberis Canonico – con la Cina ripartita da tempo, gli Stati Uniti che danno buoni segnali e l’Europa invece ancora un po’ ferma”. Segnali confermati anche dall’analisi assai dettagliata di Claudia D’Arpizio di Bain & Company, che ha tracciato un quadro presente e futuro con più luci che ombre, anche se dovremo abituarci all’idea che niente sarà come prima: i cinesi non torneranno a comprare come prima perchè viaggeranno meno, la qualità dei loro prodotti è migliorata e stanno nascendo zone duty-free volute dal Governo per incentivare la produzione interna; gli Stati Uniti invece sono pronti ad una sorta di nuovi “ruggenti anni 20” e quindi si preparano nuovi equlibri geografici.
Il post virus verterà su quattro elementi: filosofia del “carpe diem”, una vita più sana, una connessione digitale 24 ore su 24 e l’etica che varrà più dell’estetica. Obbligatorio quindi passare dalla sostenibilità, come rimarcato anche da Carlo Capasa e Marino Vago, intervenuti prima di un Renzo Rosso all’inizio cauto ma poi con toni in crescendo fino all’invito a puntare sul mercato cinese e al plauso al Presidente del Consiglio Draghi che “ha ridato dignità alla politica dopo anni di caos”.
Un “benvenuto” sui generis al ministro allo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, intervenuto via video dopo un improvviso vertice sull’Ilva e ringraziato da Barberis Canonico per le misure attuate dal Governo a sostegno di fiere e tessile: “Non dovete ringraziare – ha detto Giorgetti dopo aver sottolineato l’importanza di questo settore nell’economia nazionale – perchè facciamo quel che va fatto. E se nel mondo il made in Italy e le sue qualità sono riconosciute e sono al top anche come credibilità noi dobbiamo fare ancora meglio per arrivare agli stessi livelli”.
Poi, alla fine di una cerimonia più lunga del solito, il “rompete le righe” con il ritorno ai vari stand per una giornata che si preannuncia altrettanto lunga. Per fortuna.