La protesta è arrivata improvvisa, poco dopo l’inizio della cena celebrativa di Texhibition: da una parte tutto l’ampio board di Ithib, l’associazione degli esportatori tessili di Istanbul, dall’altra alcuni giornalisti internazionali.
“Conoscete le ultime decisioni di Première Vision?” ha chiesto Ahmet Öksüz, il presidente seduto al centro del tavolo. Ai cenni di assenso ricevuti ha voluto esprimere il proprio rammarico.

Ahmet Öksüz
Emarginati, ecco come ci sentiamo
“E’ inaccettabile quello che hanno deciso a Parigi – ha detto – perché ci emargineranno nella Hall 6, insieme alle aziende non europee, in mezzo agli asiatici, senza anticiparci niente. E’ vero che la Turchia non è in Europa, però da un certo punto di vista non lo è neppure il Regno Unito, eppure le aziende inglesi andranno nel padiglione 5. Emarginati, ecco come ci sentiamo”.
La protesta ha dato il là ad una serie di interventi, con Necat Altin, membro del board di Ithib e rappresentante del tessile turco all’interno di Euratex, che ha confermato la delusione e la stizza di Öksüz: “Possiamo capire la divisione in settori merceologici – ha spiegato – ma non possono isolare la Turchia, soprattutto in un momento in cui il Covid doveva aver insegnato a fare gruppo, a stare insieme, a lavorare tutti nella stessa direzione”.
“E’ una discriminazione – ha ribattuto il presidente – nei confronti di una delle industrie tessili più vecchie e numerose. Nessuno ci ha chiesto cosa pensassimo di questa scelta. Potevano dividere con criteri di qualità, per livello di sostenibilità, ma non per nazionalità”.
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *