Ci sono tante bollette più onerose sotto l’albero di Natale di chi lavora nel tessile: un regalo certo non gradito frutto dell’incremento dei costi per le aziende, con maggiori effetti quelle ad alta intensità di manodopera, le gasivore e le elettrivore.
“Caratteristiche, queste, che nel caso del tessile si concentrano in maniera particolare nelle imprese di nobilitazione, che riuniscono in sé tutti e tre questi fattori – osserva Filippo Giagnoni, coordinatore del gruppo Nobilitazione e lavorazioni tessili della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – ma naturalmente anche altre lavorazioni e tutte le imprese del settore risentono pesantemente degli aggravi, ma nell’insieme della filiera rifinizioni e tintorie sono le più colpite dagli incrementi”.
Secondo CTN il prezzo del gas metano è in aumento: con riferimento alla sola materia prima, la media del primo semestre è stata intorno a 0,33 euro al metro cubo, quella del secondo semestre è ad ora 0,43 euro. Da fine 2019 a settembre 2021 le imprese hanno pagato mediamente il gas 0,20 euro al metro cubo. Anche l’energia elettrica ha subito aumenti consistenti: da una media di un megawattora a 93 euro nel primo semestre, nel secondo semestre è sopra i 120 euro. Per gas metano ed energia elettrica gli aumenti per le imprese sono quindi in questi ultimi mesi del 2024 dell’ordine del +30%.
L’altro aggravio riguarda il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, che prevede incrementi retributivi e nuovi strumenti di welfare. L’aumento per il triennio di vigenza del contratto ammonta a regime per il 4° livello a 200 euro, la cui prima tranche di 95 euro ricade sugli stipendi di dicembre 2024. Entro il 31 dicembre dovranno inoltre essere corrisposti strumenti di welfare corrispondenti a 200 euro, uguali per tutti i livelli. Per le imprese delle fasi di tintoria e nobilitazione, quelle che nella filiera pratese annoverano mediamente il maggior numero di dipendenti, si tratta di esborsi molto consistenti che si collocano in un momento in cui la moda vive una situazione delicata.
“Gli aggravi – commenta Giagnoni – rappresentano un onere per tutta la filiera nella sua interezza, inclusi quindi anche i brand che si riforniscono a Prato. Occorre che vi sia piena consapevolezza e che maturi un effettivo riconoscimento. Le nostre aziende devono anche farsi carico per la propria parte degli investimenti necessari per rendere i processi più moderni ed efficienti attraverso la digitalizzazione, per migliorare sostenibilità e riduzione d’impatto ambientale da rispondere alle normative. Con gli altri nostri colleghi della sezione Sistema moda stiamo portando avanti un programma di acquisizione di informazioni e di riflessione interna per attrezzarci al meglio per affrontare questo momento di transizione del settore, assumendo tutte le misure necessarie. Una transizione che comunque va governata e gestita anche per aspetti come l’incremento dei costi che colpisce in prima istanza soprattutto alcuni segmenti della filiera come il nostro”.