Crescita senza accelerazioni particolari per il tessile-moda italiano alla chiusura del terzo trimestre secondo l’Indagine Campionaria condotta da Sistema Moda Italia con un centinaio di aziende operanti in tutti gli stadi della filiera.
Il primo trimestre dell’anno ha visto un fatturato in crescita dell’1,8% (rispetto al +3,4% del 2014) grazie all’abbigliamento-moda, mentre nel 2014 era stato il tessile a crescere di più. Da aprile a giugno il ‘monte’
della filiera è stato decisamente più performante del ‘valle’, in chiusura rispettivamente a +3,3% e a +1,9%.
Le stime rilasciate dalle aziende con riferimento al periodo luglio-settembre indicherebbero una nuova battuta d’arresto per le vendite, che frenano mediamente al +0,3%. In tale periodo per il tessile si registra un lieve incremento nella misura del +0,8%, mentre l’abbigliamento-moda è caratterizzato da un assestamento rispetto al
terzo trimestre 2014.
Le performance più soddisfacenti arrivano dall’estero e, in special modo, nel trimestre aprile-giugno, col fatturato estero delle aziende del ‘monte’ cresciuto del 5,2% e quello a ‘valle’ del 7,8%. I restanti due trimestri risultano, comunque, positivi, anche se su tassi di entità inferiore. In particolare, le stime relative al terzo trimestre fanno pensare ad un crescita dell’1,4% per il tessile e dell’1,7% per l’abbigliamento-moda. In Italia il ‘valle’ si è mosso in area positiva nel primo quarter (segnando un +5,4%), mentre il ‘monte’ ha sperimentato una crescita limitatamente al secondo trimestre (non andando però oltre un +1,4%). Di contro, il primo trimestre ha assistito ad un calo del fatturato delle aziende a ‘monte’ pari al -1,5%, mentre il ‘valle’ ha ceduto il -2,1% nel periodo aprile-giugno. Le stime relative al luglio-settembre indicano, infine, una condizione di stabilità.
Stabile anche il fronte occupazionale: segni negativi solo nel tessile in tutti e tre i trimestri (comprese tra il -0,5% e il -2%). I dati sugli ordini in portafoglio confermano il trend di moderata crescita, attestandosi a+1,9%, con maggior dinamismo degli ordini esteri.
Guardando all’estero c’è una prosecuzione del trend favorevole sia sul fronte export sia sul fronte import. Il saldo commerciale nei primi sette mesi dell’anno, ha superato i 5,3 miliardi di euro, arretrando, quindi, di circa 355 milioni rispetto al gennaio-luglio 2014. In ambito tessile l’export di filati decresce del 2,7%, mentre quello di tessuti non va oltre al +0,4% (con il tessuto in lana e chimico in grado di compensare le perdite della tessitura serica e cotoniera). Le vendite estere della biancheria casa e del tessile tecnico crescono del 5,3% e del 5,8%. Bene la maglieria, il cui export vede un aumento del 4,7%, mentre per l’abbigliamento confezionato si rileva un +2,6%. Il risultato peggiore è della calzetteria (-14,2%).
Tra i comparti del ‘monte’ l’import di biancheria-casa cresce del +2%, quello dei tessuti del +3,3%, mentre la categoria ‘altri prodotti tessili’ raggiunge un +10,1%. Sia le aree UE che quelle extra-UE sono interessate da variazioni positive: le prime, assorbendo il 54,8% del totale esportato (+1,8%), le seconde del +2,8%.
Germania (+1,4%) e Francia (-3,3%) sono primo e secondo sbocco del tessile-moda made in Italy: crescono Regno Unito (+9,2%) e Spagna (+7,6%). Fuori dall’Europa le vendite negli Stati Uniti, al terzo posto e primo mercato non UE arrivano a +22,1%; Hong Kong e Cina +17,2% e del +11%. Anche il Giappone torna a crescere del +2,2%. Pesantissimo arretramento per la Russia: -31,5%.
La Cina si conferma al primo posto tra i fornitori (+11,6%) assicurando il 22,8% del totale tessile-moda importato. Quasi due miliardi separano la potenza asiatica dalla Francia, secondo partner (+10,6%). L’import dalla Turchia, terzo fornitore, cede del 2%, come la Germania; +28,4% per il Bangaldesh, +11,5% per la Spagna.