Scarti tessili

Tessile riciclato, appello alla Regione Toscana per il riuso

Risultati incoraggianti dal tavolo aperto in Regione Toscana per l’economia circolare tessile e per analizzare la questione rifiuti con l’impegno diretto del presidente Enrico Rossi. CNA Toscana Centro, Confartigianato Toscana – Confartigianato Prato e Confindustria Toscana Nord sono uscite soddisfatte dall’incontro che si è svolto a Firenze per l’avvio dei lavori del tavolo, alla presenza oltre che di Rossi e dei rappresentanti delle tre associazioni, anche dell’assessore all’ambiente Federica Fratoni, del dirigente del medesimo settore Edo Bernini e del responsabile del Dipartimento di Prato di Arpat Alessio Vannucchi.

Le categorie economiche pratesi concordano col presidente Rossi sull’opportunità di lavorare per limitare al minimo possibile la produzione di rifiuti tessili: la tradizione del distretto, antesignano del riciclo delle fibre, predispone favorevolmente le imprese in questa direzione. Ad oggi sono prodotte  50.000 tonnellate di scarti, da imprese tessili e confezioni pratesi ma nel futuro potrebbero arrivare quasi ad un azzeramento se fosse favorita la classificazione degli scarti di lavorazione come sottoprodotti anziché come rifiuti. Su questo punto l’impegno delle associazioni c’è e si concretizza nell’affinamento progressivo di linee-guida che aiutino le imprese a semplificare le complesse procedure che consentono di sottrarre parte degli scarti al ciclo dei rifiuti e di reimmetterli nel ciclo produttivo.

La Regione ha chiesto un progetto preciso su questo punto, impegnandosi in cambio ad attivare un servizio che aiuti le imprese a trovare impianti di smaltimento per i rifiuti che comunque residueranno. “Rimane – dicono le associazioni – la questione della realizzazione di nuovi impianti e del potenziamento di quelli esistenti che riteniamo indispensabili affinché venga superato il problema della gestione del rifiuti in una visione pratica. Sotto questo punto di vista le categorie economiche hanno chiesto un provvedimento urgente per risolvere in tempi rapidi”.

Le associazioni a loro volta hanno chiesto il sostegno dellaRegione su un punto preciso delle procedure per la classificazione degli scarti: regole meno rigide per includere fra i sottoprodotti i ritagli di confezione, materiali su cui Arpat ha manifestato dubbi e su cui ci saranno approfondimenti.

Ma la richiesta più pressante posta alla Regione riguarda i costi per gli investimenti in questo ambito e il mercato dei prodotti realizzati con materiali tessili di riciclo: un mercato che oggi sembra troppo esiguo per rendere economicamente sostenibile il riutilizzo delle fibre. I modi per intervenire ci sarebbero: chi riutilizza le fibre tessili potrebbe essere incentivato attraverso la riduzione degli oneri per la tassa rifiuti e sgravi fiscali sulla base degli investimenti effettuati. Potrebbero esserci anche strumenti normativi senza costi per le amministrazioni, per esempio imponendo l’uso di materiali isolanti di fibre riciclate a “chilometro zero”per l’edilizia.

“La riduzione dei rifiuti – concludono – è possibile, ma occorre che da parte delle istituzioni vi sia l’impegno a facilitare il percorso di riutilizzo e un sostegno alle imprese per allargare un mercato che permetta il concreto riutilizzo nella produzione”.

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