Confezionare un abito in carcere ed imparare un mestiere per il futuro post-pena: è questo il progetto avviato da Grassi con la direzione della casa circondariale di Busto Arsizio: 12 i detenuti sono coinvolti in un corso di formazione per operatori del settore tessile che si concluderà con almeno due assunzioni.
Un percorso iniziato prima di Natale che terminerà entro fine febbraio: 140 ore per imparare il mestiere di operatore dell’abbigliamento. Chi non sarà assunto otterrà comunque un attestato di frequentazione che potrà spendere nei propri percorsi di riabilitazione.
È questo il primo risultato della convenzione sottoscritta a metà ottobre 2024 dalla direzione dell’istituto carcerario bustocco e da Grassi Spa, l’impresa di Lonate Pozzolo attiva da 100 anni nella produzione di abbigliamento tecnico, professionale, antinfortunistico, per le forze dell’ordine e sportivo.
A presentare l’iniziativa il Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, il direttore del carcere di Busto Arsizio, Maria Pitaniello ed il presidente della Grassi e di Confindustria Varese, Roberto Grassi. Il progetto rientra nel “Protocollo d’intesa per promuovere e sostenere il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute, ex detenute e in esecuzione penale esterna” fortemente voluto dal Prefetto Pasquariello e siglato dagli enti, le organizzazioni sindacali e le associazioni imprenditoriali del territorio, tra cui Confindustria Varese.
Le statistiche dicono che il rischio di recidiva tra i detenuti non coinvolti in percorsi di reinserimento lavorativo è pari a circa il 70%, che scende al 2% nelle persone a cui vengono offerte opportunità di formazione e impiego.
Il corso è partito con le prime lezioni sulla sicurezza sul lavoro, poi si è passati alla teoria sulla conoscenza delle macchine, il corretto utilizzo dei macchinari e la gestione dei tessuti. Infine, la parte pratica con le esercitazioni nella realizzazione di shopper bag, la costruzione di pantaloni, l’upcycling di lenzuola e federe di cuscini.
Il laboratorio è stato dotato da Grassi di tutta l’attrezzatura necessaria, tra cui 6 macchine da cucire e altri tre macchinari e tavoli per il taglio. A fine febbraio prenderà avvio la produzione: Grassi gestirà la realizzazione di shopper bag, sacche in stoffa porta cataloghi, realizzate con scarti di lavorazione della stessa azienda, in ottica di economia circolare.
Ma è allo studio anche la realizzazione di una linea di abbigliamento come primo kit per i detenuti che arrivano senza cambio indumenti.