Unione, chiuso il ciclo di assemblee

Cinque settori per un totale di 343 imprese e 22.889 addetti. È questa la consistenza dei Gruppi merceologici dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese che, riunendosi in assise congiunta alla LIUC – Università Cattaneo, hanno chiuso il ciclo degli appuntamenti settoriali in attesa dell’Assemblea Generale che si terrà lunedì 27 maggio al Centro Congressi MalpensaFiere di Busto Arsizio. “Cartarie, Editoriali e Poligrafiche”, “Chimiche, Farmaceutiche e Conciarie”, “Gomma e Materie Plastiche”, “Materiali da costruzione, Estrattive e Cave”, “Servizi Infrastrutturali e Trasporti”: le aziende che si sono riunite a Castellanza rappresentano una fetta importante della compagine associativa degli industriali varesini, di cui rappresentano il 26% delle imprese associate e il 33% degli addetti in esse impiegate.
Diverse le difficoltà, diversi i problemi, specifici le soluzioni individuate dalle imprese per uscire dall’empasse. Mondi che, però, nel fare il punto sul momento, hanno trovato un comun minimo denominatore. Così sintetizzato dalla relazione di Luca Vignati, Presidente dei “Servizi Infrastrutturali e Trasporti”: “Siamo di fronte ad uno scenario sconvolgente, dal 2008 ad oggi l’industria del Paese è indietreggiata del 25%”. Con diverse sfumature nei vari comparti. Come quello edile a cui è legato il Gruppo merceologico “Materiali da costruzione, Estrattive e Cave”, presieduto da Giovanni Rossetti: “Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili – si legge nella sua relazione – nel 2012 gli investimenti in costruzioni in Italia hanno segnato una flessione del 7,6% in termini reali, più sostenuta di quella rilevata nel 2011 (-5,3%) e peggiorativa rispetto alla stima di giugno 2012 (-6,0%). Nel 2013 è atteso il proseguimento della fase di decrescita con una riduzione degli investimenti in costruzioni del 3,8% in termini reali rispetto allo scorso anno”. Contrazione, dunque, la stessa registrata da Patrizia Pigni, Presidente delle “Cartarie, Editoriali e Poligrafiche”: “Per tutti i settori del comparto (carta, grafica, cartotecnica nonché indirettamente macchine per industria grafica) i dati di sintesi sono perlomeno involutivi: è trasversale ai settori la sofferenza sul mercato interno. E le attese sul primo trimestre 2013 evidenziano nuovamente una difficile situazione del mercato, pur registrandosi timidi segnali di un possibile recupero sul fronte dell’export”. Dove, almeno a livello varesino, il 2012 si è chiuso con un bilancio positivo: del 6,44% il balzo in avanti fatto sui mercati esteri. Lo stesso fatto registrare anche dalle imprese varesine “Chimiche, Farmaceutiche e Conciarie”: +2,2% il valore delle vendite oltre confine rispetto al 2011. “Il settore – spiega nella sua relazione il Presidente del Gruppo, Vittorio Veneziani – è tuttora in possesso di una interessante vitalità di fondo che gli ha consentito comunque di navigare in modo ancora soddisfacente tra i marosi della crisi. Quel che soprattutto mi conforta è che non mi sembra venuto affatto meno, sia a livello nazionale che territoriale, quell’esprit de jeunessè combattivo ed inventivo e quella costante attenzione al proseguimento di soluzioni innovative in termini di ricerca e sviluppo”.
Meno ottimista, invece, il bilancio di Andrea Melgrati, Presidente del Gruppo “Gomma e Materie Plastiche”, settore che, anche a livello varesino, ha dovuto fari i conti nel 2012 con una contrazione dell’1,3% dell’export: “E’ indubbio che il 2012 sia stato un anno in cui le ombre hanno mediamente superato le luci, ombre che in taluni casi sono risultate talmente profonde da mettere a rischio la stessa capacità di sopravvivenza delle imprese, strette nella tenaglia di una concatenazione di fattori negativi esterni e di mercato. Ciò ha purtroppo comportato anche la necessità di ricorrere, talvolta in misura massiccia, ad un vasto range di ammortizzatori sociali, nessuno escluso”.
Occorre dunque rincorrere le opportunità là dove si creano. Come sul fronte delle smart city a cui l’Assemblea ha dedicato il dibattito condotto dal giornalista scientifico di Radio 24, esperto di “Città intelligenti”, Maurizio Melis: “La Smart City non è solo la città ideale, sarebbe riduttivo. Una città è Smart se è governabile in tempo reale, la circolazione delle informazioni è il punto fondamentale. Sul fronte del traffico, della logistica, del consumo di energia. Per questo si parla di Smart Economy, Smart environment, Smart people, Smart living e Smart governante”. Ogni voce cela un'opportunità di business per l'impresa: “In termini di commesse per l'ammodernamento della burocrazia, dei mezzi pubblici, dei servizi di gestione rifiuti”. Mercati da scoprire e su cui scommettere anche grazie ai bandi europei o del Miur dedicati ai progetti aziendali per l'ideazione di nuovi servizi o prodotti per le città intelligenti. “Tenete gli occhi aperti”, è stato il consiglio di Melis.
Esempio di come le smart city possono essere un’opportunità per le imprese del territorio è la strategia di BTicino, illustrate come caso aziendale da Ernesto Santini: “Quando parliamo di Smart City guardiamo ai nuovi stili di vita che ci attendono da qui ai prossimi anni. La sfida è essere al fianco delle persone nel cambiare l'utilizzo delle tecnologie già ad oggi esistenti. Non dobbiamo inventarci niente. Semmai le aziende devono pensare a come collegare le cose alle cose o le cose alle persone con modelli che sappiano portare nelle case delle persone soluzioni che possono migliorare la vita quotidiana”. Semplice, ma “c'è il trucco: le imprese devono collaborare e abbandonare l'idea di investire in progetti solitari come nel passato”. Mettere insieme aziende, enti pubblici, università, come la LIUC impegnata nel progetto “Varese Smart City”, presentato alla platea dal professor Luca Mari: “Ciò che rende Smart una cosa è l'accesso libero ad una infrastruttura. Non è un problema di tecnologia, c'è bisogno di azione sistemica da parte degli attori economici e pubblici. Più che di Smart City c'è bisogno di Smart Community che sollecitino e sensibilizzino le amministrazioni pubbliche nella soluzione di problemi comuni tra gruppi di imprese. Tecnologie e loro applicazioni ci sono già”. Ciò che manca è spesso l'ultimo miglio: “La volontà”.

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