Visti in fiera – Albini e l'ultima frontiera della sostenibilità

A volte la sostenibilità non basta e da un progetto si passa ad un altro ancora più innovativo. E’ il caso di Albini che dopo il lancio di Biofusion nel 2018 (tessuti realizzati con cotone organico tracciabile) in questa edizione estiva di Milano Unica lancia il progetto Regenerative Biofusion che riguarda non più soltanto la coltivazione del cotone, ma anche la rigenerazione della terra dove il cotone viene coltivato. Un passo oltre la coltivazione biologica che si occupa delle piante coltivate, Regenerative Biofusion si occupa anche di cosa avviene alla terra tra una raccolta l’altra. Un progetto avviato con un coltivatore in California che ha portato alla produzione di 872balle di cotone con cui sono stati realizzati 135mila chili di filato che sarà utilizzato da Albini Filati e in parte dal Cotonificio Albini. E’ molto positivo che già altri coltivatori abbiano manifestato interesse per il coinvolgimento in questo progetto che porta alla certificazione Gots e Regenagri anche per l’azienda agricola oltre per che per il prodotto.

Oltre a questo importante passo avanti verso un nuovo livello di sostenibilità, Albini ha presentato a Milano Unica i suoi quattro brand: Albini 1876 che reinterpreta il formale con nuove performance di comfort ottenute senza l’aggiunta di filati sintetici; Thomas Mason che mantiene il suo eccentrico tocco british e che in questa stagione fa un omaggio a Vivienne Westwood proponendo molti tartan; Albiate che rappresenta la linea di streetwear, realizzata per l’80% con filati riciclati; infine Albini Donna le cui novità sono ottenute soprattutto grazie all’estrema ricerca nella fase dei finissaggi.

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