Chain Green

Visti in fiera/Botto Giuseppe

Dopo il consolidato impegno nella sostenibilità, Botto Giuseppe si sta impegnando fortemente nella comunicazione di queste buone pratiche e in occasione dell’ultima edizione di Pitti Filati ha presentato una completa ed elegante brochure realizzata per i suoi clienti che illustra la realtà dell’azienda e la sua radicata sostenibilità, che prende forma nella Naturalis Fibra, la collezione di filati totalmente sostenibile che da sei stagioni è il fiore all’occhiello dell’azienda. Una scelta assolutamente corretta per sgombrare il campo da dubbi in anni in cui talvolta la sostenibilità è una medaglia non sempre pienamente meritata.

“Ci sembrava doveroso illustrare il nostro impegno lungo tutta la filiera – commenta Silvio Botto Poala, ad dell’azienda – anche alla luce del sempre maggior interesse del consumatore”. Ecco allora che si scoprono le fattorie dove vengono allevati gli animali dal cui vello derivano i preziosi filati, senza praticare il mulesing: la Congi in Australia dove vive e lavora la quarta generazione della famiglia Field, oppure la famiglia Crawford che alleva 25mila pecore merino da cui deriva lana finissima di 18,5 micron. Oppure le fattorie Glen Lyon e Lago Ohau in Nuova Zelanda, o la fattoria Ga Cha in Cina che produce il cashmere più fine al mondo. Tracciabilità totale, dunque, e responsabilità sociale dell’azienda: sia lo stabilimento di Tarcento che quello di Vallemosso utilizzano energia derivante al 100% da fonti rinnovabili. “L’ambiente in cui viviamo è la nostra casa e difende dolo sosteniamo noi stessi e il nostro futuro” commenta Botto Poala.

Tutto questo garantito dalla certificazione Cradle to Cradle: i filati Naturalis Fibra hanno raggiunto la certificazione Gold dal 2017. Per quanto riguarda l’andamento economico, il fatturato è in linea con lo scorso anno: la previsione è di 64 milioni di euro comprendendo i risultati dei filati, del jersey e del lanificio.

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