Spiber

Visti in fiera – La biotecnologia nel tessile

Tra le novità più inusuali presentate nella tornata fieristica c’è sicuramente la giapponese Spiber, azienda che a Milano Unica è stata “accompagnata” da Class alla scoperta del mercato italiano.

Spiber infatti sviluppa materiali proteici strutturali, chiamati Brewed Protein: fibre, resine, pellicole e altri tipi di materiali coltivati in laboratorio e a base vegetale che vengono prodotti attraverso la fermentazione microbica.

Un tuffo nel futuro che però è già il presente in Giappone: i materiali sono creati utilizzando la piattaforma tecnologica proprietaria di Spiber che consente la progettazione personalizzata e l’ingegneria molecolare di polimeri ispirati alla natura.

L’utilizzo è indicato come alternativa a una vasta gamma di materiali convenzionali di origine animale, vegetale e sintetica per vari scopi, tra cui le applicazioni tessili per l’industria dell’abbigliamento, primo obiettivo di Spiber.

Spiber dispone della tecnologia per progettare sequenze di aminoacidi (cioè per progettare il DNA che codifica per tali sequenze) per scopi specifici: fibre, filati e tessuti per esempio, da vendere sul mercato internazionale dopo essere stati lavorati dalle aziende partner di Spiber, che ad oggi è in grado di produrre fibre di diversa finezza, anche simile a quella del baby cashmere.

Le fibre Brewed Protein possono essere filate al 100% o miscelate con cashmere, lana e altre fibre: per produrle Spiber utilizza zuccheri ottenuti da prodotti agricoli come la canna da zucchero e il mais, ma l’obiettivo per il futuro è utilizzare anche gli scarti provenienti dall’abbigliamento, come i tessuti a fine uso.

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