Dopo un 2021 in cui il “mal comune” non è stato certo un mezzo gaudio ma solo un anno di sofferenza condiviso con tutto il settore Redaelli Velluti ha ritrovato nel 2022 i pieni numeri di produzione e volume e Milano Unica è stata il viatico per un primo ritorno alla normalità
Per le collezioni AI 2023-24 l’azienda, che ha pagato dazio alla prima ripartenza dei mercati nel secondo semestre 2021 con l’estivo per il fatto di essere praticamente mono stagionale, ha proposto il “nobile” e affascinante velluto.
“Noi puntiamo sulle stagioni fredde – spiega l’AD Pierluigi Fusco Girard – ed oltre che sul prodotto vogliamo essere forti anche nel servizio, lanciando una consulenza per i nostri clienti, per aiutarli nel capire come trattare al meglio il velluto e confezionare abiti che ne valorizzino le qualità. Il velluto è un’opera d’arte e di artigianato e deve essere lavorato bene, purtroppo si sta perdendo l’abilità di confezionamento”.
“Il 2022 è iniziato con un +30-35% – prosegue l’amministratore delegato – ma l’aumento dei costi ci sta penalizzando perché il velluto richiede una produzione lunga e dispendiosa cinque volte tanto quella per un tessuto normale. Quindi i veri numeri si vedranno solo a fine anno”.
Dal punto di vista della sostenibilità l’azienda ha presentato una finta pelliccia ecologica (nella foto), fatta con tecniche artigianali ma tecnologie all’avanguardia, dopo aver riconvertito macchinari dell’800.