Dopo due anni di stagnazione, il mercato mondiale del lusso registra una ripresa nel 2017. A trainare questa nuova tendenza la fiducia ritrovata dai consumatori, il ritorno dei turisti in Europa e la forte crescita del mercato cinese. Una ripresa dovuta anche ai Millennials dato che il loro canale d’acquisto privilegiato, il Web, è quello che quest’anno ha registrato il maggiore incremento delle vendite di beni di lusso (+24%).
I dati vengono dalla Fondazione Altagamma, che riunisce le principali aziende del lusso in Italia, che insieme allo studio Bain & Company ha stimato che il mercato mondiale dei beni di lusso (pelletteria, moda, orologeria, gioielleria, profumi e cosmetici) dovrebbe raggiungere i 262 miliardi di euro nel 2017, registrando una crescita del 5% a cambi costanti, contro la crescita nulla del 2016 e l’aumento dell’1% del 2015. A cambi costanti, l’incremento del 2017 è del 6%.
Le griffe, che in passato avevano evitato la loro clientela locale per correre dietro al cliente cinese fanatico dei loghi, praticando forti differenze di prezzo da un mercato all’altro, hanno rivisto la propria strategia. Risultato: oggi si assiste a un ritorno alla clientela locale, i cui acquisti sono cresciuti del 4%. Inoltre, con differenziali di prezzo del 20-30% fra l’Europa e la Cina e non più attorno all’80%, i turisti sono tornati nel Vecchio Continente e le loro spese per prodotti di lusso nel mondo sono aumentate del 6%.
Fra gennaio e settembre 2017, le vendite di beni di lusso detassate, dunque quelle dei turisti, sono aumentate del 22% nel Regno Unito, del 19% in Spagna, dell’8% in Francia e del 5% in Italia, secondo Global Blue.
“L’elemento più sconcertante è che l’80% di tale crescita, vale a dire di quei 12 miliardi supplementari incassati nel 2017 dal comparto del lusso, è legato agli acquisti dei Millennials, la maggioranza dei quali sono cinesi, cioè dei consumatori molto sofisticati, che pretendono il meglio e hanno opinioni molto forti, che vogliono condividere”, sottolinea Claudia d’Arpizio dello studio Bain & Company.
Il ritorno in forze del mercato cinese, dove le vendite di beni di lusso sono aumentate del 15%, a 20 miliardi di euro, costituisce l’altro fattore determinante di questa crescita. In particolare, la forte accelerazione della classe media spiega questo incremento con l’esistenza di un consumatore giovane e informato, che non cerca più il logo per affermare il suo status sociale, il che lo rende più difficile da intercettare. I cinesi rappresentano il 32% della totalità del mercato e hanno registrato la crescita maggiore.
Per quanto riguarda le altre regioni, l’Asia e l’Europa registrano una crescita del 6% ognuna, il Giappone del 4%, le Americhe del 2% e il Medio Oriente dell’1%.
Ultimo fattore significativo di questa crescita: il Web, canale che ha registrato il maggior aumento nel settore del lusso (+24%), a 23 miliardi di euro, pari all’equivalente del mercato giapponese (22 miliardi di euro), rispetto alla rete retail (+8%) o wholesale (+3%).
Questa tendenza positiva nel mercato del lusso globale, nettamente superiore alle attese, dovrebbe proseguire l’anno prossimo. Secondo il consensus stabilito da Altagamma, le vendite di beni di lusso nel 2018 dovrebbero aumentare del 4% nel settore dell’abbigliamento, del 5% in quello degli orologi e gioielli e del 7% nella pelletteria e accessori. Bain & Company punta invece su una crescita dal 4 al 5% all’anno per i prossimi tre anni, per raggiungere dai 295 ai 305 miliardi di euro di vendite di beni di lusso nel 2020.
Fra le griffe che hanno brillato certamente Gucci che mette a segno un altro trimestre record e chiude i nove mesi del 2017 con un fatturato di 4,4 miliardi di euro (+45,5%), una cifra già superiore alle vendite dell’intero 2016. Un ottimo andamento che traina il Gruppo Kering che ha chiuso il terzo trimestre con ricavi per 3,9 miliardi di euro, in crescita del 28,4%. Nel periodo, oltre alla performance trainante di Gucci, si evidenzia il +22,2% di Saint Laurent, mentre il giro d’affari di Bottega Veneta rimane sostanzialmente invariato (+0,9%); in crescita del 17% le performance degli altri brand, categoria che annovera griffe come Balenciaga e Boucheron. Nei nove mesi il colosso del lusso ha registrato un fatturato pari a 11,2 miliardi, contro gli 8,8 miliardi dello stesso periodo del 2016 (+27,2%).
“L’eccellente esecuzione delle nostre strategie, tanto a livello di gruppo quanto in ognuno dei nostri marchi, ci permette di realizzare un nuovo trimestre di fortissima crescita – si è rallegrato François-Henri Pinault alla guida del Gruppo – Nonostante effetti di cambio negativi e basi comparative sempre più elevate, siamo fiduciosi nella capacità di Kering di realizzare un’anno record”.
26/10/2017