Nino Cerruti

Si chiude un'epoca. Il tessile saluta Nino Cerruti

L’abbiamo visto per l’ultima volta a Milano Unica, all’alba della pandemia: elegante, disponibile, attento, vicino all’azienda nonostante fosse vicino ai 90 anni: Nino Cerruti, il “signor Nino”, come veniva chiamato da chi lavorava con lui e per lui, era il tramite tra la filiera tessile di una volta e quella del futuro.

Si è spento a 91 anni a Vercelli, in ospedale, dove si trovava per un intervento all’anca e subito sono arrivati i commossi ricordi di tutte le persone che, per vari motivi, lo hanno incrociato davanti ad uno stand, in azienda, nel suo studio.

Una storia iniziata nel 1881 con la nascita del lanificio biellese fondato dal nonno e proseguita già poco dopo il compimento dei venti anni, quando si trovò alla guida dell’azienda.

Stilista, tecnico, amante di Parigi, esteta ha messo il suo genio e la sua creatività al servizio della moda, ma non solo. “Scoprì” Giorgio Armani, assunto al Lanificio Fratelli Cerruti e dopo sei anni pronto a lanciare una sua linea, ha lavorato per brand che lo scelsero per caratterizzare il proprio abbigliamento, come la Ferrari in Formula 1 ed anche il mondo del cinema vestì i propri attori (nella foto Cerruti con Sharon Stone) con i tessuti made in Biella.

Nel nuovo millennio ha continuato ad occuparsi di stile ed azienda: nel 2000 Nino Cerruti fu nominato Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, poi arrivò la vendita del marchio Cerruti 1881 ma non quella del Lanificio Fratelli Cerruti, che ha seguito con attenzione fino alla morte.

“Nino Cerruti è uno dei grandi imprenditori del nostro tempo: un visionario, una persona acuta e mai banale, uno stilista fuori classe. Con lui se ne va un pezzo della nostra storia. Con lui, il nome di Biella è diventato famoso nel mondo tessile. È una perdita immensa per tutti noi, umanamente e professionalmente”: così il presidente dell’Unione Industriale Biellese, Giovanni Vietti, ha ricordato Cerruti.

“Era uno stilista completo – aggiunge il past president, Carlo Piacenza – ed aveva una capacità estetica di vedere ogni cosa, ma era anche un grande tecnico tessile perché conosceva profondamente ogni tessuto e come usarlo per le sue collezioni. Ciò che lo rendeva particolarmente carismatico, però, andava oltre il saper fare: il suo era un modo di essere, era un imprenditore illuminato, con un’eleganza e una raffinatezza quasi d’altri tempi. Essere il ‘Signor Nino’, un vero signore: questa era la sua prerogativa: ci mancherà moltissimo”.

“Ho avuto l’onore e il piacere di avere con lui un rapporto costante nel corso del mio mandato – conclude il direttore Uib, PierFrancesco Corcione – da lui ho sempre ricevuto consigli e una lettura della realtà mai banali, che mi hanno aiutato nel mio lavoro”.

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