Al Museo del tessuto di Prato, Walter Albini. Il talento, lo stilista

Finalmente l’attesa mostra dedicata allo stilista Walter Albini ha aperto le porte sabato scorso ai visitatori, che potranno approfittare di questa grande esposizione fino al 22 settembre. Location della mostra è il Museo del Tessuto di Prato, dove sono stati collocati più di 300 oggetti, molti dei quali inediti – tra disegni, fotografie, bijou, tessuti e abiti – che racconteranno oltre un ventennio di creazione di un pioniere assoluto del Made in Italy, padre nobile del prêt-à-porter e del total look. Curatrici della mostra, che gode del patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana, sono Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini che hanno svolto un lungo lavoro di ricerca  che si è mosso dalle prime esperienze come illustratore e disegnatore di moda di Walter Albini per arrivare alle ultime collezioni degli anni Ottanta, senza dimenticare la passione per il teatro, per il cinema e per il design di interni di Albini, che si è cimentato anche in questi ambiti.

Dopo la camicia bianca di Ferrè di dieci anni fa – ha commentato Filippo Guarini, direttore del Museo del Tessuto, in occasione dell’apertura della mostra – un altro importante e straordinario evento dedicato al Made in Italy, dopo due anni di studio ecco questa mostra, a ridosso dei 40 anni dalla morte di Walter Albini, la mostra più completa per estensione e oggetti presentati, grazie alla collaborazione con tanti prestatori anche privati”.

In effetti, come ha ricordato Simone Mangani, l’assessore alla cultura del Comune di Prato, ente partner del Museo, la mostra dedicata a Ferrè fu una svolta “perché  dette il via ad un’attività più rivolta alla moda da parte del museo, vocazione che perdura e che speriamo questa mostra rafforzi”. Come si rafforza il legame tra il Museo del Tessuto e l’imprenditoria pratese: main sponsor è Archè SB, Corporate sponsor il Lanificio F.lli Balli.

La mostra, che si snoda su una superficie di oltre 1.000 metri quadrati e ha preso le mosse da una ricca donazione che nel 2014 Paolo Rinaldi ha fatto a favore del Museo del Tessuto, vuole essere il nuovo evento che attirerà a Prato visitatori ed interesse mediatico, oltre ad essere anche la prima importante attività del Museo con la nuova presidente Fabia Romagnoli che succede al Francesco Marini e che manifesta la sua soddisfazione, ma anche il ringraziamento alla precedente presidenza che ha avviato questo lavoro di cui raccoglie i frutti: “Un’iniziativa che sono certa sarà di ispirazione per i creativi e i giovani studenti che frequentano il museo. Abbiamo avuto già numerose manifestazioni di interesse ed auspichiamo la massima diffusione di questo lavoro”.

Una mostra frutto di un lavoro impegnativo. “Non è stato facile ricostruire i tasselli di un percorso complesso come quello dell’attività di Albini – ha commentato Enrica Morini, una delle curatrici – ma è stato anche molto interessante trovare cose inaspettate fin dal percorso scolastico di Albini al liceo di Torino fino al suo lavoro come designer per il quale è stato fondamentale l’archivio della Camera della moda: Albini ha cambiato pelle tante volte, è stato un vero visionario”. E questo lo si può facilmente vedere osservando abiti e accessori realizzati con una maestria eccezionale e che accompagnano il visitatore su due piani del Museo.
“Speriamo di esser riusciti a consentire una nuova visione di questo stilista che ha avuto grande intuizione e grande talento, sempre nelle corde della contemporaneità – conclude Daniela degl’Innocenti, l’altra curatrice della mostra – e certamente il nostro ringraziamento va a Paolo Rinaldi che ha donato più di 1700 oggetti, per lo più materiali grafici, risalenti fino agli anni ‘50. Inoltre abbiamo avuto accesso alla collezione privata di Albini e all’archivio della Camera della moda”.
Capi  marchio WA, capi dell’alta moda ma anche collezioni realizzate come freelance per altri marchi, spazio anche ai bijou e agli accessori, in un percorso di una modernità affascinante.

 

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