Biancheria: ecco i dati economici

Il settore della produzione della biancheria intima conta in Italia 1.777 imprese attive, con un totale di circa 15.419 addetti, che se sommati al settore della calzetteria, fanno 2.666 imprese con oltre 28.500 addetti. Per quanto riguarda la biancheria intima, la regione con il maggior numero di imprese è la Lombardia (425 imprese che costituiscono il 23,9% del totale Italia) a cui seguono la Puglia (374 imprese, il 21% del totale) e la Campania. La Toscana si trova al quarto posto insieme al Veneto con 123 imprese attive e pesa sul totale nazionale per il 6,9%. Pistoia risulta la seconda provincia per importanza a livello regionale dopo Firenze con il 27,6%% del totale imprese toscane del settore e al 13° posto a livello nazionale con il 1,9% del totale Italia. Anche nel comparto di produzione di calzetteria fa da padrona la Lombardia con 581 imprese attive (il 65,4%). Seguono la Puglia (127 imprese, il 14,3%) e la Toscana con il 4,2%.

Negli ultimi 6 anni, il settore della biancheria intima a livello nazionale ha subito una contrazione nel numero delle imprese pari a -19,5%. Per il settore della calzetteria il dato è anche peggiore e il calo è stato di -29,4%. Il fenomeno di diminuzione delle imprese è generalizzato in tutto il territorio nazionale, anche se con diversi andamenti. Per la biancheria intima la Lombardia è diminuita del 15,7% come numero di imprese, la Toscana subisce una flessione di entità superiore al dato nazionale, ovvero il -21,2%. Nel comparto Calzetteria invece subisce un calo maggiore rispetto alla media nazionale proprio la Lombardia (-29,7%) e la Puglia (-35,2%) mentre la Toscana contiene le perdite con un andamento pari a -5,1%. Pistoia, la seconda provincia a livello regionale in termini di rappresentatività di imprese nel settore della biancheria, accusa una flessione significativa (-26,1%), mentre nel comparto calzetteria aumenta le imprese del 16,7%.

Il peso del valore delle esportazioni di questi settori è sempre considerevole. Nel settore della biancheria intima, nel periodo gennaio-settembre 2016 a livello nazionale sono state esportate merci per un valore di oltre 2 miliardi e 476 milioni di euro, con una variazione in crescita rispetto allo stesso periodo del 2015 pari a + 6,1%. La bilancia commerciale in questo settore si conferma negativa anche se diminuisce rispetto agli anni passati la forbice fra le importazioni e le esportazioni: nei primi 9 mesi del 2014 le esportazioni avevano rappresentato il 91,9% delle importazioni in valore, dello stesso periodo del 2015 sono scese a rappresentarne l’88,9%, per risalire nel 2016 al 93,2%. Dal 2015 al 2016, sempre con riferimento ai primi 3 trimestri dell’anno, le importazioni sono cresciute infatti solo del 1,3%.

I paesi dove maggiormente si sono indirizzati i flussi export nei primi 3 trimestri del 2016 sono principalmente europei (il 77%), in aumento rispetto al 2015 del 5,5%. La distribuzione per i principali partner europei vede prima la Francia (11,1% del totale esportato con una crescita del 4%), seguita dalla Germania (11% del totale esportato con una crescita di 9,9%), il Regno Unito (8,9% del totale esportato con una crescita pari a 12,8%), Spagna (8,8% del totale esportato con un aumento del 3,6%) e Svizzera (5,6% del totale esportato con un aumento del 4,3%).

Da rilevare la ripresa del valore di biancheria intima esportato in Russia dopo il 2015 particolarmente negativo. Nel periodo in esame risulta in crescita del 11,8%, rappresentando il 3,1% del totale. Notevole l’export verso l’Asia (15,8% del totale esportato con un aumento del 12%). Diminuiscono leggermente le esportazioni negli Stati Uniti che raccolgono il 4,6% del totale esportato con una flessione nei primi nove mesi del 2016 pari a -0,9% Nel medio oriente è indirizzato il 3,8% del valore esportato totale con una variazione di aumento del 17,4%. Diversi gli andamenti nel settore della calzetteria. Nel periodo gennaio-settembre 2016 a livello nazionale sono state esportate merci per un valore di quasi 504 milioni di euro, con una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2015 di -1,7%. I mercati di riferimento sono quasi esclusivamente in Europa, che riceve il 92% dei flussi e che vede un aumento del valore esportato pari a +0,5%. Diminuiscono invece le esportazioni dirette in America, -22,4% (4,2% del totale), e in Asia -5,5% (3,1% del totale). Di contro, le importazioni , con un valore complessivo di 264 milioni di euro, crescono di un valore pari a +5,8%, anche se si mantiene positiva la bilancia commerciale del settore.

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