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Como, il 2019 si è chiuso con il freno a mano tirato

Rallentamento per ordini, produzione e fatturato: questa l’estrema sintesi dei dati congiunturali per il secondo semestre del 2019 nel distretto di Como.

L’Osservatorio di Confindustria conferma infatti il rallentamento medio dell’-1,3%. Domanda e attività produttiva frenano rispettivamente di 1,7% e 2% mentre il fatturato è più stabile (-0,3%). Ulteriore dato allarmante è il fatto che per il secondo semestre le previsioni indicavano un più positivo +1,2%. Sul versante tendenziale sono state rilevate invece diminuzioni contenute per domanda ed attività produttiva (rispettivamente -0,5% e -0,3%) e un lieve incremento per il fatturato (+0,2%).

Le previsioni formulate per i primi sei mesi del 2020 sono positive (+1,8%), ma all’orizzonte probabilmente non c’era ancora lo spettro del coronavirus. Il tasso medio di utilizzo degli impianti produttivi nel corso del secondo semestre 2019 è stabile a quota 73,9%, mentre diminuisce la subfornitura: la quota di outsourcing passa infatti dal 6,3% del periodo gennaio-giugno 2019 al 4,3%. Le realtà di Como indicano di rivolgersi prevalentemente a soggetti nazionali (3,4%) mentre la collaborazione con realtà estere incide in misura minore (0,9%). Per le imprese tessili l’utilizzo è al 71,6%.

Per le materie prime sono arrivati aumenti di costo minimi (+0,5%). Destinati all’estero circa i due quinti (39,4%) del proprio fatturato; oltre la metà delle vendite oltre confine è diretta in Europa occidentale (21,3% del fatturato). Altre aree di interesse per l’export sono rappresentate dagli Stati Uniti (5,1%), dall’Est Europa, dall’Asia Occidentale (3%), dai BRICS (2,1%) e dall’America Centro-Meridionale (0,9%). In Italia è generato il 60,6% del fatturato.

Infine l’occupazione: per quasi tre realtà su quattro (74,2%) c’è stabilità, in parità le altre due voci (diminuzione 12,1% e crescita 13,7%).

“Le rilevazioni – dice il presidente di Confindustria Como, Aram Manoukian – ci consegnano uno scenario in frenata che disattende le previsioni formulate a conclusione del primo semestre. Non consola certo sapere che la provincia di Como è in linea, anzi va leggermente meglio, della media dei tre territori, Como, Lecco e Sondrio. La frenata dell’automotive e le incertezze internazionali a cui si aggiunge quella degli effetti economici del coronavirus ancora tutti da calcolare, incidono su un tessuto economico che ha una forte necessità di crescere, di aumentare le proprie potenzialità, di avere obiettivi che vanno al di là della quotidianità. E che riesca a crearsi gli anticorpi per restare immuni a situazioni contingenti. E’ indispensabile affrontare una forte riflessione sul percorso che ogni impresa vuole intraprendere, porsi da parte degli imprenditori domande fondamentali sulla governance della propria impresa, sulle azioni strategiche per dare ad essa continuità nei prossimi dieci o venti anni, sulla prospettiva che si vuole avere agendo in una community di imprese che devono contaminarsi positivamente. In un contesto globale nel quale nulla è uguale a prima e nulla può essere dato per scontato, questa rappresenta l’unica strada per garantire un futuro di benessere e prosperità”.

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