Prosegue l’aggiornamento di dati su consumi e cassa integrazione con l’andamento valutato da Sistema Moda Italia, col supporto del Centro Studi di Confindustria Moda.
“I dati che emergono – spiega il presidente Marino Vago – evidenziano che dalla riapertura gli imprenditori stanno creando tutte le condizioni possibili per tenere saldi i mercati ed evadere gli ordini, per mantenere in vita la filiera e che le richieste d’aiuto da parte delle imprese al Governo stanno trovando una conferma nei numeri preoccupanti per la tenuta del tessuto industriale italiano”.
I consumi di Tessile&Abbigliamento in Italia nel bimestre marzo-aprile hanno infatti avuto una flessione del 69,3%, mentre i primi quattro mesi del 2020 cedono il -33,7% a valore. Situazione simile per il volume: -61,6% nel marzo-aprile e -31,3% nel quadrimestre. I cali riguardano in egual misura i prodotti uomo e donna; solo l’e-commerce (oltre il +10%) ha evitato il blocco totale.
Per quanto riguarda invece la cassa integrazione le ore autorizzate per l’industria Tessile-Moda sono 64.741.278; in controtendenza nel mese di maggio le ore sono state 14.044.144, con una contrazione del 70,1% rispetto ad aprile.
L’aumento consistente riguarda principalmente la cassa integrazione ordinaria, che passa da 9.474.391 ore nell’anno 2019 a 62.037.313 per il solo periodo gennaio-maggio 2020. Come già ad aprile calano invece le ore di cassa integrazione straordinaria e aumentano, ma in modo meno considerevole, quelle in deroga.
A maggio il Tessile ha coperto più ore rispetto all’Abbigliamento ma l’incidenza di ore autorizzate per il Tessile corrisponde al 50,1% del totale Tessile-Moda, mentre quella dell’Abbigliamento al 49,9%.
Le autorizzazioni di maggio interessano più (65,1%) la manodopera operaia; in particolare, il 34,2% delle ore sono state autorizzate per gli operai del Tessile e il 30,8% per gli operai dell’Abbigliamento. Per quanto riguarda le ore autorizzate per gli impiegati il 15,9% riguarda il settore Tessile e il restante 19,1% l’Abbigliamento.