Contratto, SMi contatta i sindacati

Sistema Moda Italia presenterà ai Sindacati una proposta alternativa per il rinnovo del Contratto nazionale di settore che interessa oltre 450.000 lavoratori. La Giunta dell’Associazione degli imprenditori del Tessile-Moda ritiene che le proposte avanzate dai sindacali rappresentino un aggravio. La Giunta dell’Associazione degli imprenditori del Tessile-Moda ha ritenuto che le proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali rappresentino un ulteriore aggravio di vincoli e di costi non sostenibili nell’attuale situazione di emergenza economica.
La Giunta si è riunita a Milano in seduta straordinaria per esaminare il tema del rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro del settore tessile-abbigliamento-moda, Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uilta-Uil hanno infatti presentato a Smi la disdetta del CCNL vigente e un documento unitario con le proposte di modifica per il rinnovo del contratto a valere sul prossimo triennio 2013-2015.
La Giunta ha valutato le proposte sindacali alla luce della grave situazione economica che il settore sta vivendo dal 2008 e delle possibili prospettive per il prossimo futuro. Per la parte normativa le proposte sindacali ripropongono un approccio rivendicativo di tipo tradizionale, che prospetta un ulteriore appesantimento degli oneri organizzativi a carico delle imprese. Come se tutte fossero di grandi dimensioni e quindi in grado di scaricare sui prezzi ogni maggior costo.
Per la parte economica la richiesta di un aumento dei minimi contrattuali di 132 euro medi nel triennio appare del tutto incoerente con le regole definite negli accordi interconfederali del 15 aprile 2009 e del 28 giugno 2011. Nel complesso le richieste sindacali non interpretano con il coraggio necessario la fase di assoluta emergenza che stanno vivendo le imprese e i lavoratori e le lavoratrici del settore, limitandosi a riproporre schemi negoziali non più adeguati a sostenere l’occupazione e la circolazione dei redditi.
Le ultime previsioni stimano, per la chiusura dell’anno in corso, un calo del fatturato che sarà, come minimo, del -4,4%, con un forte peggioramento negli ultimi mesi, anche riguardo agli ordinativi per l’anno prossimo. Il dato appena richiamato media, per sua natura, le buone performance delle poche imprese di maggiori dimensioni, fortemente internazionalizzate e con brands riconosciuti in tutto il mondo, con la grande maggioranza di quelle piccole e medie, sia delle fasi a monte (filature, tessiture e nobilitazioni) che delle fasi a valle (confezione e abbigliamento in generale), che presentano sofferenze economiche, finanziarie e produttive gravi e diffuse.
“In considerazione di ciò – ha precisato Michele Tronconi (nella foto), presidente di Sistema Moda Italia -, la Giunta di SMI ha espresso la convinzione che il rinnovo del contratto nazionale di lavoro non possa trasformarsi in un ulteriore aggravio di vincoli e di costi, che avrebbero il solo effetto di sospingere sempre più imprese fuori dal mercato. Il rinnovo deve costituire, invece, l’occasione per unire tutte le forze disponibili, tra imprese, lavoratori e lavoratrici, attorno a un vero progetto di rilancio del settore. Dove le legittime esigenze di ciascuno siano per una volta subordinate alla tenuta della filiera, consentendo alla maggioranza delle imprese di creare quella ricchezza economica senza la quale non è possibile nessun progresso, ma anche nessuna distribuzione”.
A tal fine, la Giunta di SMI, anche in relazione ai recentissimi accordi tra Governo e Parti Sociali sulla produttività, ha dato mandato al Comitato di Presidenza di elaborare una proposta alternativa di rinnovo del contratto nazionale, che tenga conto di tutte le leve competitive necessarie per la salvaguardia e lo sviluppo del tessuto produttivo del settore tessile abbigliamento moda italiano.
Il CCNL, che scadrà il 31 marzo 2013, viene applicato da tutte le imprese industriali della filiera della moda che, dando occupazione a circa 450.000 lavoratori, con il 60% di lavoratrici, costituisce sia il secondo settore manifatturiero, dopo il metalmeccanico, che quello a maggior rilevanza per l’occupazione femminile.

23-11-2012

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