C’è finalmente anche tanto tessile-moda tra i numeri positivi dell’export industriale di Varese, che a livello globale ha avuto un semestre migliore del 16,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, mentre il raffronto con il primo semestre del 2019 segna ancora -2,8%.
Lo conferma l’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, che sottolinea anche come l’export rispetto al 2019 abbia una percentuale negativa anche rispetto al +4,1% della media nazionale. I principali mercati di riferimento hanno dato tutti riscontri positivi con crescita a due cifre: nell’area UE-27 (post-Brexit) tutti tranne i Paesi Bassi (comunque a +9,3%): mentre fuori dall’Unione c’è stato un calo verso il Regno Unito (-18,4%), probabilmente per effetto dei nuovi procedimenti doganali post-Brexit.
Nei territori extra-europei: USA a +17,8%, Cina addirittura a +68,0%, “falsato” pero’ dai livelli bassi di scambio del primo semestre 2020.
Il settore tessile, abbigliamento e pelletteria ha registrato, rispetto al primo semestre 2020, un aumento delle esportazioni più imponente (+33,6%) e uno più leggero delle importazioni (+6,6%). Nello specifico i prodotti tessili hanno registrato un +21,2%, gli articoli di abbigliamento +39,8% e gli articoli in pelle (+65,7%): gli articoli di abbigliamento esclusi quelli in pelliccia sono arrivati a +36,2%, gli altri prodotti tessili (pizzi, tulle, merletti, feltro e ricami) +27,8%, i tessuti in generale +6,5% e il cuoio conciato e lavorato, gli articoli da viaggio, le borse e altri articoli di pelletteria (+65,8%).
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