“Aspettiamo ancora misure che aiutino veramente il rilancio”
E’ agrodolce il commento di Giulio Grossi, presidente di Confindustria Toscana Nord al decreto rilancio che segna l’inizio di una nuova fase post Covid-19.
“Più che rilancio il decreto dovrebbe essere chiamato indennizzo – dice Grossi – perchè lo spirito del provvedimento è evidentemente quello di tamponare alcune gravi falle apertesi nel corpo sociale ed economico nazionale a seguito della pandemia. In cima alle preoccupazioni del Governo sembra esserci la tenuta sociale. Finalità lodevole ma che ha prodotto un decreto legge fatto soprattutto di indennizzi, con risorse spalmate su innumerevoli fronti e non realmente incisive ai fini di una effettiva ripartenza del sistema economico. Certamente positivi l’esenzione dell’Irap, saldo 2019 e primo acconto 2020, per le aziende che fatturano fino a 250 milioni e lo sblocco dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Chiaroscuro per il rinvio di plastic tax e sugar tax, che dovrebbero essere invece abolite. Del tutto negativa la reintroduzione della procedura sindacale per la pratica della cassa integrazione: presente nel decreto Cura Italia, era stata eliminata nella legge di conversione dato che non aveva altro effetto che quello di complicare l’iter”.
Alcuni dei provvedimenti favorevoli alle imprese lo sono soltanto per realtà aziendali di dimensioni molto ridotte e non toccano l’industria che marginalmente: gli incentivi a fondo perduto e il bonus affitti dei capannoni industriali riguardano solo aziende sotto i 5 milioni di fatturato, mentre gli sconti sulla componente fissa delle bollette sono di modesta entità e si applicano solo agli allacci alla rete di distribuzione elettrica in bassa tensione.
Alcuni temi come quello della liquidità rimangono cruciali
Altre misure coinvolgono anche le industrie, non sempre agevolandole. Bene con riserva lo slittamento al 16 settembre dei versamenti di imposte e contributi, male la proroga del blocco dei licenziamenti per giustificato motivo, bene il passaggio dalle Regioni all’Inps del pagamento della cassa integrazione in deroga per i periodi successivi alle 9 settimane e la conferma della possibilità di pagamento diretto da parte dell’Inps della cassa integrazione con procedure che dovrebbero garantire maggiore rapidità nell’erogazione del trattamento. Ok anche la possibilità di prorogare o rinnovare i contratti a termine anche in assenza delle causali.
Per CTN sono troppo ambiziose le agevolazioni fiscali per gli aumenti di capitale di imprese con fatturato fra i 5 e i 50 milioni.
“L’auspicio – conclude il presidente Grossi – è che al decreto facciano seguito altri provvedimenti che diano davvero una spinta per la ripresa dell’economia nazionale. Alcuni temi come quello della liquidità rimangono cruciali. Speravamo nel recepimento della nostra richiesta di allungamento da 6 a 10 anni della durata dei finanziamenti oltre i 25.000 euro, ma nel decreto Rilancio non ce n’è traccia. Peraltro non è ancora risolto il problema dei tempi lunghi di erogazione di questi finanziamenti. Nella tragedia che ci ha travolto potrebbe essere almeno colta l’opportunità di fare pulizia rispetto a lungaggini, burocrazia inutile, costi impropri”.