Date dei saloni? Texhibition non pensa a cambiarle

Due edizioni all’anno, un posizionamento ormi consolidato nel calendario e l’impressione di essere in una crescita che non vale la pena rischiare di fermare: questi i punti fermi di Texhibition al termine di una settima edizione segnata da un buon riscontro in termini di quantità e qualità.

Il momento del tessile turco non è ovviamente dei migliori, così come quello di qualsiasi altra nazione in un contesto di consumi piuttosto fermi e di equilibri politici mondiali assai precari. Ma se Atene piange Sparta non ride e quindi anche la concorrenza di paesi africani ed asiatici spaventa fino ad un certo punto: l’Egitto pare la nazione più in salute, mentre la Cina si sta riposizionando, in attesa di vedere cosa uscirà dalla prossima Intertextile.

Ithib, l’associazione degli esportatori tessili di Istanbul, è alla finestra e segue gli sviluppi, tanto del mercato quanto delle fiere, anche queste in continua metamorfosi, soprattutto per le date.

Ahmet Öksüz, il presidente (a sinistra nella foto), è però certo che per Texhibition non cambierà niente: “Le nostre aziende – dice – partecipano a molti saloni europei e quindi siamo interessati a quello che accade. Lo spostamento della data di Première Vision, ad esempio, non influisce su Texhibition e, anzi, siamo favorevoli a questo posticipo rispetto a luglio. Confermiamo quindi la nostra presenza in Francia”.

Come giudicate questa edizione di Texhibition?
Cerchiamo di fare sempre del nostro meglio, d’altronde siamo un’associazione no profit che rappresenta le aziende. La crescita è evidente e siamo soddisfatti. Ci sono anche alcuni espositori stranieri, ma la grande maggioranza è turca.

Perché non individuate dei competitor definiti?
Ormai la competizione è globale, non arriva solo dall’Asia. Le nostre aziende hanno saputo ripartire velocemente dopo il terremoto e con la stessa forza stanno affrontando adesso inflazione e mercato, così come si stanno impegnando in nome della sostenibilità, perché guardano molto all’export, dove le regole sono ferree, e non si limitano al mercato interno, dove comunque le leggi esistono.

La carenza di manodopera specializzata riguarda anche la Turchia?
Sì, il tessile non attira molto le nuove generazioni, che cercano di lavorare soprattutto nei servizi. Noi comunque siamo attivi nella formazione e coinvolgiamo gli studenti in programmi che consentano loro di entrare nel nostro settore.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini