Primo giorno di salone a Milano per Denim Première Vision, con bis oggi a chiudere la settima edizione meneghina della fiera, che al Superstudio Più ha trovato la sua collocazione naturale.
Anche nel 2026 infatti il salone del denim organizzato da PV sarà di casa in zona Tortona ed i numeri delle giornate di questo maggio sembrano confermare la bontà delle scelta. Forse un leggero calo di presenze nel primo giorno, in attesa delle scuole di moda, ma la solita fervente attività tra gli stand, dove anche i debuttanti, come ad esempio il Lanificio Faisa, hanno incontrato clienti di livello.
La community del denim ha fatto quadrato, ripresentandosi compatta all’appuntamento, durante il quale è stato ricordato anche Luigi Martelli, con una installazione proprio all’ingresso del salone: volti noti ed abituali, espositori storici e tutti gli addetti ai lavori più importanti; in più la visita del console turco a Milano Mehmet Özöktem per salutare i connazionali di Ithib, l’associazione degli esportatori tessili di Istanbul, presenti per accompagnare le tante aziende.
Spazio anche per il Marocco, paese in cui la produzione e la lavorazione del denim sono di primaria importanza, con un salottino in stile per accogliere ospiti e clienti delle aziende già presenti al salone negli anni passati e tutte reduci dalla selezione degli organizzatori.
“Abbiamo buone indicazioni anche dalle pre-registrazioni – dice Fabio Adami Dalla Val, il “regista” di Denim PV – e l’affluenza, sia pure con una leggera flessione nel primo giorno, è ottima perché c’è anche tanta qualità. Gli stand lavorano e si percepisce anche la sensazione del grande lavoro di ricerca e innovazione del settore. Per quanto riguarda Milano da un lato confermo che la fiera è nata e rimane itinerante e dall’altro che questa città si merita di ospitarla ancora perché è l’unica con Parigi, dove siamo già con le altre fiere, che offre un contesto di moda di eccellenza. Qui in via Tortona siamo circondati da uffici stile e showroom di centinaia di brand e quindi siamo nel posto giusto. In più sarebbe difficile portare altrove gli asiatici, giapponesi in primis”.
A caratterizzate il successo del salone pare essere l’attenzione al target della clientela: “La nostra – conclude il manager – è una fiera disegnata sui contenuti. prima pensiamo a cosa vogliamo offrire a espositori e visitatori e poi pensiamo a dove e come inserire il tutto, non viceversa”