Export, ecco i nuovi consorzi

Prendono il via i nuovi consorzi per l'internazionalizzazione, strumenti che saranno quanto mai essenziali in un’ottica sempre più votata all’export delle nostre aziende anche medio-piccole. Diventa dunque operativa la riforma dei consorzi export partita con il Decreto Crescita: l'ambito dei consorzi è ampliato, non riguardando più solo l'export, ma anche l'importazione di materie prime e di prodotti semilavorati, la formazione specialistica per l'internazionalizzazione, la qualità, la tutela e l'innovazione legate all'internazionalizzazione. Per la creazione di un consorzio sono necessarie almeno cinque pmi consorziate. Il progetto di internazionalizzazione deve prevedere specifiche attività promozionali di rilievo nazionale e deve prevedere una spesa ammissibile non inferiore a 50 mila euro e non superiore a 400 mila euro. Deve coinvolgere, in tutte le sue fasi, almeno cinque pmi consorziate provenienti da almeno tre diverse regioni italiane, appartenenti allo stesso settore o alla stessa filiera. Il progetto può avere anche una durata pluriennale, con una articolazione massima triennale.
I consorzi per l'internazionalizzazione devono avere per oggetto la diffusione internazionale dei prodotti e dei servizi delle piccole e medie imprese e il supporto alla loro presenza nei mercati esteri. I nuovi consorzi possono anche prevedere collaborazioni e partenariati con imprese estere. I consorzi già esistenti alla data della riforma devono però adeguare il loro statuto. I consorzi devono essere costituiti ai sensi degli articoli 2602 e 2612 e seguenti del codice civile o in forma di società consortile o cooperativa da pmi industriali, artigiane, turistiche, di servizi e agroalimentari aventi sede in Italia.
Possono partecipare al consorzio anche le imprese del settore commerciale. Contrariamente al passato, è ammessa la partecipazione di enti pubblici e privati, di banche e di imprese di grandi dimensioni, purché non fruiscano dei contributi pubblici.
Le iniziative agevolabili sono le partecipazioni a fiere e saloni internazionali, eventi collaterali alle manifestazioni fieristiche internazionali, show-room temporanei, incoming di operatori esteri, incontri bilaterali fra operatori, workshop e/o seminari in Italia con operatori esteri e all'estero, azioni di comunicazione sul mercato estero, attività di formazione specialistica per l'internazionalizzazione, realizzazione e registrazione dei marchio consortile.
I consorzi per l'internazionalizzazione, in regola con la nuova normativa, possono presentare domanda di contributo entro il 15 marzo 2013. Ciascun consorzio può presentare una sola domanda di contributo, pena l'esclusione di tutte le domande in cui figura la stessa ragione sociale. Le spese ammissibili sono la quota di partecipazione a fiere internazionali, l’affitto e allestimento dello stand consortile o di showroom temporanei, gli oneri di trasporto, assicurativi e similari connessi al trasporto di campionari specifici utilizzati esclusivamente in occasione di eventi promozionali, la realizzazione di marchio consortile e relativi oneri di registrazione, le brochure, cataloghi, materiale informativo, spot televisivi/radiofonici, pubblicità sul web o su riviste internazionali, le spese di viaggio per un massimo di 2 persone in occasione degli eventi promozionali previsti nel progetto, la creazione del sito web consortile in inglese o nella lingua del paese obiettivo del programma di internazionalizzazione, gli onorari per docenti secondo i tariffari vigenti previsti dall'unione europea.

25/2/2013

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