Primo giorno di tour de force per i produttori di tessuto pratesi, che tra oggi e giovedì prossimo parteciperanno a Milano Unica e Première Vision.
La primavera-estate 2026, che per molti è già stata presentata ad alcuni appuntamenti significativi in Europa (Parigi, Londra, Monaco di Baviera) e negli Stati Uniti, sarà la protagonista per le circa 100 aziende già pronte a viaggiare.
I numeri sono in linea col recente passato: 95 le aziende a Milano Unica (inferiori alle 118 di luglio 2024 quando però venivano proposte le collezioni invernali, tradizionalmente più “pratesi”), mentre saranno una dozzina quelle che andranno a Première Vision.
“Questi saloni – commenta Maurizio Sarti, coordinatore del gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, oltre che componente il Comitato di presidenza di Milano Unica – si collocano in un momento in cui il tessile italiano, e non solo, necessita di un nuovo impulso. Veniamo da un 2024 complicato e siamo consapevoli che l’auspicata svolta del 2025 difficilmente si verificherà nella prima parte dell’anno. La forza delle aziende pratesi sta nella capacità di proporre prodotti che stimolino l’aspirazione del consumatore a qualcosa di nuovo e originale. Ma il fattore prezzo rimane decisivo ed è un punto di debolezza che ci accomuna a tutti i produttori italiani della moda come di altri settori: fondamentali voci di bilancio, primi fra tutti i costi energetici, ci penalizzano anche rispetto ai concorrenti europei. Occorre far comprendere che la sostenibilità ambientale e sociale è un fattore da promuovere e sostenere, nell’interesse della reputazione dei brand in primo luogo. Una sostenibilità che comunque deve essere a sua volta sostenibile, come costi e procedure richieste, talvolta complicate nella forma senza aggiungere niente nella sostanza. Sembra che si stiano facendo passi avanti in direzione di una semplificazione delle certificazioni, riunificandone alcune, e questa è una buona notizia”.
“I primi segnali per le fiere imminenti che vengono dai clienti, soprattutto esteri – aggiunge il presidente di Pratotrade Giovanni Gramigni – sono positivi. Anche gli ottimi risultati di eventi come Pitti Uomo fanno sperare in una ripresa di interesse per la moda coerente con il livello delle nostre produzioni. Questo rinnovato gusto per il bello, assieme all’esaurimento dell’overstocking che ha pesantemente condizionato le ultime stagioni, fanno ben sperare per il tessile pratese. Indubbiamente comunque il mercato è oggi più complicato e più esigente: si sono ridotti i volumi degli ordini e quelli dei lotti, mentre nello stesso tempo c’è una richiesta di servizio molto veloce che non sempre si concilia facilmente con la frammentazione produttiva imposta da ordinativi così ridotti e variabili. Confindustria Toscana Nord e Pratotrade lavorano sul servizio e sulla tracciabilità sostenuta da una robusta immissione di tecnologia e di digitale. Il percorso viene portato avanti con determinazione, con tutti i pro e i contro della peculiare struttura della filiera pratese, caratterizzata dalle sue fasi molteplici e altamente specializzate”.
Nel 2024 la produzione complessiva di tessuti pratesi è scesa in volume del -5,8%, l’export, espresso in valori, ha segnato per i 9 mesi gennaio-settembre -7,4% sullo stesso periodo del 2023.
Riguardo alle destinazioni estere dei tessuti pratesi, i primi mercati di sbocco per importanza sono stati paesi comunitari: Spagna con il 10,1% del totale (-13,3% sul 2023), Germania (9,8%) e Francia (8,4%) . Poi Romania, Stati Uniti, Portogallo, Marocco, Turchia e Regno Unito.