Ci sono sempre luci e ombre nelle decisioni prese dal Parlamento Europeo in tema di legislazione legata al tessile ed Euratex non manca di sottolineare pregi e difetti delle scelte fatte.
Un tiro alla fune che a volte sembra vincente e altre invece lascia spazio a qualche delusione. L’ultima presa di posizione di Euratex è l’accoglimento con favore dei progressi sulla legislazione in materia di progettazione ecocompatibile unito ad alcune preoccupazioni.
Il regolamento sulla progettazione ecocompatibile mira a migliorare la sostenibilità ambientale e la circolarità dei prodotti immessi sul mercato dell’UE, compresi i prodotti tessili, che rimangono nel mirino del Parlamento europeo, visto che l’industria tessile viene inserita in un regolamento concepito come normativa quadro per tutti i settori.
Euratex accoglie con favore l’invito dei deputati a fornire un sostegno personalizzato e una transizione agevole per le PMI e plaude al fatto che il Parlamento europeo ha rafforzato le disposizioni sulla sorveglianza del mercato, elemento chiave per garantire condizioni di parità per le imprese dell’UE nel mercato unico.
Ma c’è rammarico perché il Parlamento europeo ha trascurato la richiesta di coerenza legislativa sulle sostanze che destano preoccupazione e ha mantenuto l’ESPR allineato con la legislazione chimica esistente per evitare sovrapposizioni o conflitti normativi.
Per quanto riguarda i futuri requisiti di Ecodesign per i prodotti tessili, questi dovranno essere basati su dati affidabili e supportati da analisi e valutazioni d’impatto approfondite. I requisiti dovrebbero essere definiti nell’atto delegato specifico per il settore tessile e dovrebbero essere sviluppati con le parti interessate.
Martedì 11 luglio la posizione del Parlamento europeo sulla Direttiva sulle emissioni industriali (IED) è stata adottata dai deputati con 396 voti a favore, 102 contrari e 131 astensioni: Euratex esprime preoccupazione su questo testo a causa dell’inclusione degli impianti di finitura autonomi nel campo di applicazione della nuova IED. Ciò crea incongruenze con il documento Textile BREF recentemente finalizzato (adottato a Siviglia da tutte le parti), che regola le emissioni industriali sia per i pretrattamenti che per gli impianti di finitura. Le aziende di finissaggio autonome, tipicamente PMI, si trovano ora ad affrontare la sfida di conformarsi a specifiche che erano state originariamente concepite per aziende diverse e più grandi.