Qualche titubanza in più rispetto al solito per un John Kelley comunque sempre col sorriso sulle labbra nel pieno dello svolgimento della London Textile Fair. Le ombre sono legate ad un mercato che stenta a restare su livelli buoni, causa il calo dei consumi, anche in Inghilterra.
Iniziamo però dalla fiera, che sembra aver riscosso l’ennesimo buon successo.
Sì, anche se avevamo l’incognita dello spostamento della data in concomitanza con PV New York e View Premium ed anche del successo di Milano Unica che ha richiamato tanti buyers internazionali ma alla fine tutto è andato bene e ci siamo addirittura ingranditi.
Una crescita numerica dovuta anche alla presenza di tante aziende turche.
Avevamo in lista di attesa un centinaio di aziende da anni, abbiamo allargato gli spazi e ne abbiamo fatte arrivare alcune tramite il loro consorzio perché sono molto interessate al mercato inglese. Però in generale forse dobbiamo fare una selezione più accurata.
Veniamo alle dolenti note.
Non vedo un mercato brillante, pur restando quello del Regno Unito ancora molto importante. Tante scelte vengono fatte ancora all’ultimo e la gente sta facendo molte rinunce, tranne cibo e un po’ i vestiti. Non credo sia un effetto della Brexit quanto magari del costo delle materie prime e dei prodotti che vengono pagati in euro. La situazione non è grave ma difficile sì.
Per voi il futuro prossimo è a stelle e strisce.
Ad agosto iniziamo questo salone a New York per gli studi di design e stampa. Una ventina di studi inglesi che vogliono affacciarsi sul mercato americano in un momento che ritengono giusto.