La prima giornata di Milano Unica si è conclusa ieri sera con il consueto evento On Tour, che come ogni edizione rappresenta un momento di relax dopo gli incontri di lavoro, ma anche la prosecuzione delle pubbliche relazioni con i molti visitatori che rendono questa fiera oltremodo interessante.
Per questa edizione il viaggio nelle origini dell’eccellenza tessile è proseguito, dopo il Piemonte di quella scorsa, in Toscana. L’evento è stato anche l’occasione per festeggiare il 40esimo anniversario di Pratotrade, punto di riferimento dell’imprenditoria e della creatività del distretto pratese. A fare da padroni di casa ieri sera il presidente di PratoTrade Maurizio Sarti, il consigliere Sandro Ciardi e il presidente di Milano Unica Ercole Botto Poala.
Ma il distretto di Prato è fortemente rappresentato anche negli stand: 78 le imprese pratesi partecipanti che nel comunicato congiunto hanno espresso fiducia nel valore delle collezioni proposte alla clientela, ma anche preoccupazione per l’andamento piuttosto fiacco dei mercati.
Il primo test fieristico rappresentato da Blossom, che si è appena conclusa e alla quale hanno partecipato 16 imprese del distretto pratese, è stato incoraggiante, ma la vera prova sarà la kermesse milanese.
“Nelle fiere di questo periodo sono protagoniste le collezioni autunno-inverno 2020-2021, il che significa lana, fibre nobili e anche materiali diversi e innovativi che, nella loro declinazione per la stagione fredda, sono il terreno su cui la maggior parte delle imprese pratesi dà il meglio quanto a capacità creative e tecniche – commenta Francesco Marini, coordinatore del gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, oltre che vicepresidente dell’associazione – Non mancano naturalmente le fibre rigenerate, caratteristiche di Prato e tornate in grande tendenza per la crescente attenzione alla sostenibilità. Sui tessuti moda per donna Prato è oggi, ancor più di ieri, un riferimento imprescindibile. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando costantemente per potenziare aspetti fondamentali dell’attività delle nostre aziende che vadano al di là del nostro punto di forza che è appunto il prodotto. Marketing, funzioni commerciali, organizzazione interna sono stati oggetto di investimenti consistenti, così come la sostenibilità, che non è solo rigenerato, ma che rappresenta un modo di lavorare diverso, che coinvolge in maniera integrata il complesso del processo produttivo. Le nostre imprese credono in quel che fanno, investono e innovano. Ci sarebbero, ed è quello che auspichiamo, i presupposti per avere ritorni significativi dai mercati, che però sono guardinghi per le tante incertezze che stiamo vivendo.”
L’andamento dei dati dei tessuti pratesi conferma le cautele. Il 2018 si è chiuso con una media di +3,2% di produzione industriale e +0,2% (in valore) di export: numeri confortanti, ma le maggiori preoccupazioni vengono proprio dall’export, che ha iniziato a rallentare nell’ultimo trimestre del 2018 (-0,7% tendenziale) e ha accentuato l’andamento al ribasso nel 1° trimestre 2019 (-1,8%, di cui tessuti -1,3%, altri prodotti tessili -2,4%).
Il mercato più critico è proprio quello di maggior peso, la Germania, che da sola rappresenta il 13% dell’export dei tessuti di Prato: dopo aver segnato -3,9% nel 2018 rispetto al 2017, il primo trimestre 2019 è arrivato a -18% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. In generale è l’Europa (71% di quota di export dei tessuti pratesi) a segnare il passo, con -7,3% nel primo trimestre 2019 dopo -2,5% del 2018 sul 2017. In ascesa invece l’Asia con +11,1: Cina (quota del 4% sul totale dell’export pratese di tessuti), Corea del sud (quota del 3%) e Giappone (quota del 2%) crescono rispettivamente del 6,3% (a cui si aggiunge +1,9% di Hong Kong), 13,7% e 19,5%. Significativa anche la crescita dell’export verso la Turchia (quota del 3%), che ha segnato +5,9% nel 2018 e +7,4% nel 1° trimestre 2019.