L’abito da lavoro del prossimo futuro sarà leggero, riutilizzabile, con la mascherina personalizzata dall’azienda e possibilmente antivirale. Questo almeno secondo Klopman, che vede il futuro post Covid-19 in quattro tendenze che le imprese seguiranno per vestire i propri collaboratori, indicazioni maturate sulla base di oltre 50 anni di attività ma soprattutto sul mercato globale delineatosi durante la pandemia.
L’utilizzo di dispositivi medici usa e getta prodotti con materiali derivati dal petrolio pone in primo piano non solo il tema dell’approvvigionamento ma anche quello della sostenibilità ambientale. Questo porterà a privilegiare abiti riutilizzabili e sterilizzabili più volte.
Poi i trattamenti antibatterici, oggi utilizzati soprattutto nei tessuti destinati a settori quali l’ospedaliero e l’alimentare: la sicurezza che le aziende saranno in grado di offrire ai lavoratori avrà nella divisa un importante biglietto da visita.
La mascherina sarà sterilizzabile e riutilizzabile più volte per motivi di sostenibilità, personalizzata con il logo o con messaggi aziendali ma soprattutto parte integrante della tenuta da lavoro in termini di design e concezione e non come semplice accessorio. Secondo il Wwf l’errato smaltimento o la dispersione in natura anche solo dell’1% delle mascherine usa e getta si tradurrebbe in ben 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente, ovvero oltre 40 tonnellate di plastica in natura.