Congiuntura

L'industria varesina va in vacanza senza sussulti

E’ all’insegna della stabilità la congiuntura industriale varesina alla fine del secondo trimestre del 2016: la maggior parte delle imprese intervistate (57%) ha registrato livelli produttivi in linea con il primo trimestre, il 23% in crescita e il 20% in riduzione.

L’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ha elaborato i dati emersi dalle risposte delle aziende ed emergono una tenuta del mercato interno ma anche alcune difficoltà negli scambi con l’estero. Le previsioni per il breve termine sono di un mantenimento del trend sostanzialmente positivo. Nel medio-lungo termine vi sono, invece, timori di un possibile rallentamento nella crescita legati a Brexit e al peggioramento dello scenario internazionale. Gli effetti ad oggi sono difficilmente quantificabili nell’immediato e l’impatto maggiore si avrà nel 2017: il Regno Unito rappresenta uno dei principali partner commerciali per le aziende di Varese (nel 2015 era il quarto mercato di sbocco e il sesto di approvvigionamento).

Scendendo nei dettagli  si nota un miglioramento nella produzione e una stabilizzazione dei livelli produttivi con previsioni a breve termine orientate alla stabilità. Per gli ordini il saldo è ancora positivo (+10) e mostra un rafforzamento nella tenuta nel mercato interno rispetto a quello estero: complessivamente il 34% delle imprese intervistate ha segnalato una crescita, il 42% in linea con il trimestre precedente e il 24% in riduzione.

Per quanto riguarda l’occupazione sono state autorizzate 1.267.057 ore di cassa integrazione guadagni ordinaria nel comparto industriale, in riduzione del 66,4% rispetto allo stesso periodo del 2015 e in aumento del 63,4% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Nell’intero periodo gennaio-giugno 2016, sono state complessivamente autorizzate 6.375.638 ore di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria ed in deroga), in riduzione del 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Sui mercati esteri c’è stata una riduzione degli scambi commerciali rispetto ai primi tre mesi dell’anno precedente. Giù sia export che import ma il saldo commerciale rimane ancora positivo (+845 milioni di euro) anche se in calo rispetto al 2015 (-1,5%). Guardando ai singoli settori il tessile-abbigliamento importa di più (6,7%) e esporta meno (-2,1%).

La congiuntura specifica del settore moda mostra un andamento diversificato: nel secondo trimestre del 2016, infatti, il 41% delle imprese analizzate ha dichiarato livelli produttivi in contrazione rispetto al trimestre precedente, a fronte del 28% che ha visto una loro stabilizzazione e del 31% che ha registrato una crescita. Le previsioni per il prossimo trimestre sono di un peggioramento, in parte legato alle dinamiche stagionali tipiche del settore. Anche l’andamento del portafoglio ordini è diversificato, con il 31% delle imprese del campione che ha registrato ordinativi in aumento, il 40% intorno agli stessi valori della rilevazione precedente e il 29% in calo. Per il settore moda, a differenza degli altri settori, sono gli ordinativi esteri a registrare una crescita maggiore.

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