Il meccanotessile green di Acimit

Il rilancio del meccanotessile passa dall’innovazione. A ribadire il concetto è stata la presidente di Acimit Raffaella Carabelli nel giorno dell’assemblea dell’associazione, presentando i dati dell’industria meccanotessile italiana.

Nel 2015 la produzione è aumentata del 13%, per un valore di 2,6 miliardi di euro e le esportazioni sono cresciute del 15% (2,2 miliardi), con un progresso che non si vedeva dal 2011. Tutto questo dovuto ai recupero sul mercato interno e della ripresa della Cina. A giocare un ruolo fondamentale è stata, però anche l’edizione italiana di ITMA: un successo sia per le tante innovazioni tecnologiche presentate che per l’affluenza di visitatori.

“L’innovazione – spiega Carabelli – è l’elemento discriminante tra chi ce l’ha fatta a superare il lungo periodo di contrazione dell’attività produttiva e chi invece ha dovuto muoversi nelle retrovie.E nel futuro ancora di più sarà l’innovazione a fare la differenza nel nostro settore”. Quindi spazio alla sostenibilità, ambientale, economica e sociale con nuovi paletti, dall’eliminazione delle sostanze pericolose dai processi, al risparmio idrico ed energetico, dalla tracciabilità della supply chain al riciclo dei materiali giunti a fine vita.

“Grazie al nostro progetto Sustainable Technologies – prosegue la presidente – sono state assegnate a macchine innovative e sostenibili più di 1000 Targhe Verdi. Un risultato importante che valorizza l’impegno progettuale e scientifico delle oltre 40 imprese aziende al progetto e che ha riscontri oggettivi importanti”. Grazie alle nuove tecnologie sostenibili sviluppate dai produttori italiane, nel 2014 sono state risparmiate all’ambiente 221mila tonnellate di CO2eq., pari alla riduzione delle emissioni di CO2eq. generate da 38mila automobili.

Per conoscerne i progetti e cogliere le aspettative della filiera tessile in tema di sostenibilità Acimit ha promosso, in collaborazione con Blumine/sustainability-lab una ricerca che ha riguardato una trentina di imprese tessili già impegnate a rendere più green i propri prodotti e processi. L’indagine evidenzia l’importante ruolo delle tecnologie nei programmi di sostenibilità delle aziende intervistate (un imprenditore su due ritiene il loro ruolo indispensabile).

La tavola rotonda che ha seguito la presentazione della ricerca ha visto la partecipazione di Graziano Brenna, titolare della Tintoria Filati Portichetto, Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Toscana Nord, Alan Garosi, marketing manager di Fulgar e Flavio Tonello, costruttore meccanotessile. Per i rappresentanti del tessile la tecnologia sostenibile deve ridurre i consumi energetici ed essere versatile, permettere un risparmio delle sostanze chimiche di processo e garantire la piena sicurezza degli operatori. Procedere insieme sulla strada dell’innovazione ed intensificare la collaborazione tra tessili e meccanotessili è stata opinione comune dei relatori. Ha chiuso i lavori della giornata Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione Symbola, che ha sottolineato l’importanza del percorso intrapreso dall’industria italiana, che ha puntato decisamente sulla sostenibilità a tutto campo, riguardo al prodotto e ai processi produttivi.

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