La fiera è come al solito l’occasione per la diffusione dei più recenti dati economici elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda. La nota economica presenta luci e ombre dato che le esportazioni di tessuti, nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2023, hanno realizzato un aumento a due cifre (+13,8%), pur rallentando rispetto al corrispondente periodo del 2022 (+46,2%).
L’export controbilancia, nel periodo considerato, sia l’andamento della produzione industriale di tessuti, sia quello delle importazioni. Secondo l’indice Istat della produzione industriale, infatti, la tessitura ortogonale registra una contrazione del -19,8% e la produzione di tessuto a maglia flette del -11,5%, mentre le importazioni calano del -21,4%. Grazie al divergente andamento nel breve periodo di import ed export, la bilancia commerciale di comparto raggiunge i 517 milioni di euro, in aumento di circa 225 milioni rispetto all’avanzo del corrispondente periodo del 2022. A trascinare le positive performance delle vendite all’estero, comuni a tutte le categorie merceologiche, prese in esame dal Centro Studi di Confindustria Moda, sono risultati i tessuti lanieri cardati e pettinati (+37,9%) e i tessuti in pura seta (+19,5%).
Passando all’esame delle importazioni, emerge invece che tutte le tipologie di tessuto sono contraddistinte da variazioni negative, fatto salvi i tessuti lanieri che evidenziano un forte aumento nella misura del +51,0%. A registrare il calo di maggior intensità sono i tessuti di seta, con una variazione del -36,1%; seguono i tessuti di lino in calo del -32,6%. Infine, le importazioni di tessuti a maglia e cotonieri evidenziano rispettivamente una contrazione del -27,2% e del -21,0%. Se si analizzano i flussi di export sotto il profilo geografico, le vendite di tessuti, da gennaio a marzo 2023, mostrano una dinamica positiva sia in ambito UE, sia in ambito extra-UE; il trade comunitario (pari al 49,0% del totale esportato di comparto) segna un incremento pari al +12,7%, mentre quello extra-UE cresce del +14,9%. Osservando le performance dei singoli mercati di sbocco: la Francia e la Germania, rispettivamente primo e secondo mercato, sono cresciute del +13,7% e del +13,5%. In terza posizione, con un aumento del +14,3%, permane la Romania. Variazioni consistenti si registrano per Tunisia (+33,5%) e Turchia (+52,5%).
Con riferimento alla Cina, sesta destinazione, l’export di tessuti made in Italy presenta una variazione positiva del +7,3%, mentre Hong Kong, a fronte di una contrazione del -19,3%, scivola in diciannovesima posizione. Il Portogallo vede un aumento del +45,2%, seguito dalla Spagna che però presenta una flessione del -1,2%; nel suo complesso la penisola iberica assorbe quasi 85 milioni di euro. Da segnalare la crescita percentuale del Giappone (+51,6%). Gli Stati Uniti, invece, registrano un calo del -12,5%, per un totale di 41 milioni di euro (4,4% sul totale).