Milano Unica, le novità sul mercato

Dalla Lombardia a Parigi nel giro di una settimana. Neppure il tempo di concludere la rassegna delle collezioni viste a Milano Unica che già è il momento di concentrarsi su Première Vision.

Molti campionari già arrivati al Parc des Expositions di Villepinte dopo aver fatto bella kostra di se stessi a Rho e molte le aziende di prima fascia che si apprestano a chiudere il capitolo fieristico estivo con il salone principe.

Le collezioni autunno/inverno 217-18 stanno per essere archiviate, ma alcune resteranno nella mente e nei taccuini dei buyer ancora per un po’. Brezza è il nome scelto ad esempio da Tessitura Monti per la collezione declinata in 3 macro mood per stile e target di riferimento: Contemporaneo (classica e formale rivisitata da elementi contemporanei), Comfort (comfort e  vestibilità) e Casual Chic (stile sportivo ma ricercato) Brezza si compone di basi tessili diverse, dai semplici popeline a tessuti strutturati più complessi, tutti costruiti con filato Ne 80/1. Le stesse caratteristiche emergono anche per il Leicester (Ne 120/2, filato ritorto).

Grandi cambiamenti, inquietudine, qualche angolo di “sicurezza”, così anche nella moda e nello stile.
Un’atmosfera che caratterizza anche la collezione S.I.C. TESS., un altro brand del Gruppo Monti, che a Milano Unica ha portato la propria storia ultrasecolare alla quale, dal primo luglio si è aggiunta appunto S.I.C. TESS., che si è fusa per incorporazione con Tessitura Monti S.p.A., completando così il percorso di razionalizzazione della gestione operativa da tempo avviato da parte della società.

Di fatto a Parigi si concluderà o quasi il 2016, che viene stimato uguale al 2015, che si è chiuso con un fatturato consolidato di 104 milioni di euro, di cui circa l’85% è rappresentato da esportazioni.

140 invece gli anni del Gruppo Albini, il maggior produttore europeo di tessuti per camicia, che il 2015 lo ha chiuso con un fatturato di 148,5 milioni di euro, spicciolo più, spicciolo meno lo stesso previsto per il 2016.

“L’ultimo ciclo di investimenti relativo al quadriennio 2012/2015 – ricorda il presidente Silvio Albini– è stato di oltre 30 milioni di euro e ha permesso di modernizzare nuovamente i nostri stabilimenti rendendoli più produttivi, flessibili e reattivi a conferma del DNA manifatturiero e industriale che da sempre caratterizza il Gruppo. Grazie alle nostre fabbriche, alla capacità produttiva e ai nostri 1400 dipendenti possiamo garantire il Made in Italy con le sue caratteristiche di qualità, creatività, stile, affidabilità, e autenticità estremamente apprezzata non solo dai nostri Clienti, ma anche dai consumatori finali”.

L’offerta stagionale del Gruppo è composta da migliaia di varianti diverse e si sviluppa in cinque distinti marchi: Albini 1876 (gusto italiano sofisticato e raffinato), Albini (donna), Thomas Mason (British Heritage), David & John Anderson (tessuti nei titoli più fini realizzati nel cotone Egiziano Giza 45 e con il raro cotone Sea Island di Barbados) e Albiate 1830 (ricerca tra denim, stampe, jacquard e tessuti sportivi).

Il Lanificio Botto Giuseppe a Milano si è presentato con una collezione di ricerca: un cordellino militare, un tessuto interpretato con filati in lane fini; i jacquard, riletti anche in versione daywear; il Foulé, leggerissimo tessuto in cashmere bistretch e lo sprint estetico affidato alle proposte tinte in filo. Con 139 anni dedicati ai filati e ai tessuti, Botto Giuseppe è adesso una realtà internazionale, che raggiunge il 60% del fatturato (quasi 60 milioni di euro nel 2014) sui mercati esteri come Stati Uniti, Germania, Cina, Giappone, Francia e Corea.

“Abbiamo visto un buon incremento nei mercati USA e Giappone per la tenuta del dollaro mentre la contrazione della Cina crediamo possa continuare anche nel prossimo anno” afferma Silvio Botto Poala, Ceo dell’azienda.

Infine la sostenibilità fortemente voluta di Gruppocinque, con lo stand che mette in mostra i prodotti realizzati con NewLife e Cupro: “E’ una strada che seguiamo con convinzione e per scelta – spiega Lorella Paulotto, uno dei soci fondatori e guida dell’azienda – e ora vediamo che per la sostenibilità c’è un buon interesse da parte dei clienti anche se manca la percezione dell’importanza di un tessuto realizzato secondo certi canoni. per la prossima primavera stiamo studiano ulteriori novità, con colori cangianti”. Gruppocinque, a Milano anche con la collezione a marchio Swing, ha presentato cinque linee, i cinque “sensi”, come sono stati definiti: Nogender (evoluzione del prodotto storico), Luxury (tema futuristico), Fluidi & Cotton Evolution (fibre naturali) e Into the Winter (lane e misto lane).

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