Milano Unica tra tradizione e futuro

“Perdere il passato significa perdere il futuro” ha detto l’architetto cinese Wang Shu che ha vinto il Premio Pritzker realizzando costruzioni moderne utilizzando materiali tradizionali e vecchie tecniche costruttive. Questa filosofia è la quotidianità dell’industria tessile italiana e degli espositori di Milano Unica. La manifestazione si appresta a dare il via alla sua 26′ edizione ricordando uno degli imprenditori che hanno creato prima e guidato poi il salone: grande infatti il cordoglio per la morte di Silvio Albini, past president di educazione e affabilità uniche, ma forte anche la volontà di proseguire sulle linee che ha tracciato con lungimiranza e che tuttora vengono portate avanti dal presidente Ercole Botto Poala.

Ed il futuro a Milano Unica è già arrivato, tanto che “What´s next for fashion textile?” è il titolo della cerimonia inaugurale del 6 febbraio (alle 11.00 all’Auditorum), che vuole essere il luogo di discussione e stimolo sull’innovazione digitale e la sostenibilità: in tempi di Industria 4.0 la “rivoluzione digitale” non può rimanere certo fuori dai padiglioni di Rho Fiera e la sostenibilità, l’altro tema di cui si parla da anni che oggi è ancora più vivo nella sua impellenza, è stato recentemente affrontato proprio da Albini in una delle sue ultime interviste: risparmio energetico, riutilizzo di materie prime e risorse, innovazione tecnologica nell’ottica della lean manufacturing.

Questi alcuni degli obiettivi di molte delle 416 aziende d´eccellenza che saranno a Milano Unica dal 6 all’8 febbraio. Ben 51 in più rispetto all’edizione del febbraio precedente. A quest’ultimo tema, i prodotti sostenibili, Milano Unica ha dedicato uno spazio nel cuore dell’Area Tendenze.

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