Cenciaioli

Un nuovo modo per imparare a essere cenciaiolo

Mentre fuori dal Palazzo si accende la polemica sul futuro hub pratese all’interno del Municipio nasce e viene presentata un’iniziativa pensata per insegnare a cinque tirocinanti l’arte della cernita delle materie prime.

“Nei nostri panni. Cenciaioli si diventa” è il nome scelto per l’iniziativa che offre un’opportunità di lavoro a cinque soggetti vulnerabili vittime di sfruttamento, selezionati tra gli 80 titolari della protezione del Sistema di accoglienza e integrazione.

Dal prossimo mese i giovani impareranno direttamente in fabbrica il mestiere del cenciaiolo grazie al progetto che nasce dalla collaborazione dell’azienda Rifò con la Fondazione Opera Santa Rita e con il supporto del Servizio Sociale e Immigrazione del Comune di Prato.

Il progetto ha un duplice obbiettivo: la sostenibilità ambientale, selezionando prodotti tessili riciclabili, e la sostenibilità sociale. Rifò ha finanziato l’idea con 15.475 euro, Filpucci, Beste, Bellucci, Milior e M&A hanno contribuito per altri 10.000.

Al progetto aderiscono anche l’Associazione Tessile Riciclato Italiana, Cardato Riciclato Pratese, Cna, F.I.L. e il Consorzio Italiano Implementazione Detox.

I tirocinanti stanno già seguendo un programma di formazione aziendale obbligatoria ma a marzo saranno già collocati nelle aziende ospitanti: Nuova Fratelli Boretti, Gori Alberto Materie Prime Tessili, Tre G, Paolieri Renato e Figlio e MaBi s.r.l.. Le aziende sedi dei tirocini sono a conduzione familiare, ossia il contesto più idoneo per inserire persone con vulnerabilità.

In foto i partecipanti alla presentazione in municipio: l’assessore Simone Mangani, Niccolò Cipriani fondatore di Rifò, Roberto Macrì presidente della Fondazione Opera Santa Rita, Massimo Paolieri di Astri, Silvia Tarocchi del CID Detox, Anselmo Potenza di Cna, Federico Gualtieri di Filpucci, Barbara Miliotti di Milior, Elisa Melani di Beste.

 

Condividi articolo