Paolo Nardi, titolare di una ditta di lavorazioni maglieria a Poggio a Caiano, è alla guida del settore Abbigliamento per Confartigianato Toscana.
“Sono giovane, ho figli piccoli: questo per chiarire che il mio obiettivo è quello di guardare a un futuro lontano, non quello di agguantare la pensione – è stato il primo commento Nardi – Per guardare al futuro però servono dei cambiamenti e sono da fare in tempi brevi. Il nostro è un distretto fantastico, che per tanti anni ha garantito sviluppo e ricchezza. Oggi tuttavia persistono alcuni retaggi che è urgente metterci alle spalle. Gli imprenditori sopravvissuti alla crisi oggi devono dare un servizio ai clienti. Per riuscirci al meglio occorre cambiare strategia e modo di lavorare, considerando la filiera nel suo complesso. Oggi persistono troppe divisioni all’interno della filiera tessile: l’azienda committente deve cambiare ottica ottimizzando il lavoro da monte a valle in una logica di sviluppo collettivo. Uno sviluppo che non può più guardare alla sola produzione ma deve orientarsi anche sempre più verso un’interfaccia coi mercati. Il concetto della microfiliera, dove si lavora come singoli ma nell’ottica di un interesse comune, ritengo sia la chiave di volta per progettare il futuro. È tempo di finirla con le aste e l’individualismo che hanno reso sempre troppo fragile il potere contrattuale del nostro distretto”.
Impegni non da poco, dei quali lo stesso Nardi comprende la complessità: “Non nascondo che le difficoltà per arrivare a una concezione come questa sia oggi ancora difficile. Ma non partiamo da zero. Come Confartigianato dobbiamo più che mai affiancare le aziende e sostenerle nei loro problemi concreti, quotidiani. Partiamo dalla realtà esistente per migliorarci sempre, magari partendo da un aspetto, come potrebbe essere quello del risparmio energetico o dello smaltimento dei rifiuti: attraverso collaborazioni e convenzioni possiamo offrire vantaggi alle aziende e da qui poi sviluppare altre sinergie che possano portare in modo naturale a un’ottica di maggiore integrazione”.