Camera di Commercio, Unione Industriale Biellese e Confindustria Vercelli Valsesia diffondono insieme i risultati delle rispettive indagini: i dati dell’ente camerale fotografano l’andamento del secondo trimestre del 2017, l’analisi confindustriale raccoglie le previsioni degli imprenditori per il terzo trimestre del 2017.
“Se la recessione è ormai alle spalle, l’economia delle nostre due province fatica. La produzione industriale cresce solo dello 0,8% a Biella e rimane ferma a Vercelli, lontani dalla più performante dinamica regionale (+3,2% il dato medio piemontese) – dichiara Alessandro Ciccioni, presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli – Come evidenziato di recente da Economia Biellese, i dati provinciali sono in controtendenza con la crescita della produzione registrata a livello nazionale. In realtà la ripresa è stata trainata da settori come i beni di consumo durevoli, macchinari e attrezzature con importanti ordini arrivati in alcuni comparti (macchine utensili in primis) grazie agli incentivi previsti dal Piano Industria 4.0. I soli settori in calo, in tutto il Paese, sono proprio quelli del tessile-abbigliamento, computer, meccanica legata a prodotti tradizionali, che spiegano le tiepide dinamiche dei nostri territori a livello generale e le differenze a livello settoriale”.
Non è possibile ignorare il dato stagionale: come ogni anno, la rilevazione relativa al terzo trimestre riflette una maggiore cautela nelle previsioni delle aziende – afferma il vice presidente dell’Unione Industriale Biellese con delega all’Economia d’Impresa, Emanuele Scribanti – La maggiore prudenza è dovuta principalmente al fatto che luglio/settembre sono mesi nei quali, di norma, mancano le certezze per quanto riguarda il sell out dei clienti finali.
Guardando a Biella, nel secondo trimestre del 2017 il sistema manifatturiero biellese registra una lieve crescita della produzione industriale (+0,8%). La leggera crescita è il risultato di andamenti non uniformi tra i diversi settori. Accanto al buon momento della meccanica (+6,5%), al lieve aumento delle altre industrie manifatturiere (+1,0%) assistiamo alla sostanziale stabilità della filatura (+0,4%), al leggero calo della tessitura (-0,6%), mentre mostrano battute d’arresto il finissaggio (-2,5%) e le altre industrie tessili (-2,8%). Risultano in leggero aumento gli ordinativi provenienti dal mercato nazionale (+2,9%) ed estero (+2,3%), con alcuni settori che però denunciano cali, anche importanti, come le altre industrie tessili (-6,0% gli ordinativi dal mercato interno) e la Filatura che vede contrarsi del -4,7% la domanda da quello estero. Il fatturato totale rimane stazionario (+0,1%), mentre quello estero è in aumento del +3,1%.
Guardando invece a Vercelli, si registra la stazionarietà della produzione industriale. Risultato pesantemente negativo per le altre industrie manifatturiere (-7,4%), in calo per l’industria del tessile e abbigliamento (-2,3%), in sostanziale stabilità per la metalmeccanica (+0,6%). Dinamiche opposte per l’alimentare (+2,7%) e addirittura brillanti per la chimica (+7,9%). L’andamento degli ordinativi provenienti dal mercato estero non è particolarmente incoraggiante (+2,4%), si registra nel contempo un calo della domanda del mercato interno (-1,5%). Il fatturato totale è stabile (+0,5%), come quello estero (+0,3%).
“Dopo il balzo registrato in primavera, le aspettative fino al mese di settembre – afferma il presidente di Confindustria Vercelli Valsesia, Giorgio Cottura – tornano ad essere un po’ meno ottimistiche, fa eccezione il comparto metalmeccanico. Il saldo tra imprenditori ottimisti e pessimisti relativo all’andamento dell’occupazione manifesta sostanziale stabilità mentre il trend delle esportazioni pur restando positivo presenta una performance meno brillante rispetto alla precedente rilevazione, mentre peggiora il dato relativo all’acquisizione di “nuovi ordini”. Per avviare un vero e proprio circolo virtuoso occorre necessariamente che aumentino gli investimenti, anche se va sottolineato che oltre il 20% del campione ha dichiarato che realizzerà investimenti “significativi”. Di qui, a maggior ragione, l’importanza di attuare anche a livello territoriale, il Piano Nazionale “Industria 4.0 2017-2020” varato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Va poi riscontrato un altro segnale di crescita, ovvero un ulteriore incremento della media di utilizzo degli impianti: dal 71,90% della precedente rilevazione si passa al 73,98%, valore che da molti mesi non veniva più raggiunto”.