I tentativi di salvare il brand Roberto Cavalli, proseguiti ieri in un primo incontro del tavolo di crisi tra i sindacati ed i Comuni interessati, hanno dovuto affrontare subito uno scoglio arduo, la richiesta di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità avanzata dalla proprietà al Tribunale di Milano.
Una strada scelta per gestire la crisi con procedure fissate e prendere decisioni forti, come la chiusura di alcune attività all’estero, ad iniziare dai negozi (negli Usa chiusi i sette punti vendita, un corner e quattro outlet). Partendo da questo il fondo Clessidra, che controlla il marchio, continuerà a confrontarsi con istituzioni e autorità per cercare una soluzione ulteriore, magari una cessione che però appare lontana.