Macrolotto Prato

Sicurezza sul lavoro, Prato in difesa delle aziende

Dopo la recente morte di Luana D’Orazio e l’ancora più recente attacco arrivato via TV da La7 e la sua Piazza Pulita il distretto pratese si difende dalle accuse di essere un territorio privo di regole e controlli nel mondo del lavoro.

Nel fine settimana associazioni e istituzioni si sono messe per tutelare il nome di Prato e per rispondere, numeri alla mano, alle accuse mosse dall’emittente.

“Ci sono preoccupazioni per gli effetti economici, potenzialmente gravi, di una cattiva reputazione del distretto pratese in tema di sicurezza sul lavoro” dicono a Confindustria Toscana Nord, dove la questione sarà ripresa anche nei prossimi giorni con ulteriori dati, compresi quelli Inail che dicono che le denunce per infortunio sono nel manifatturiero pratese nettamente inferiori alla media regionale, a sua volta leggermente inferiore alla media nazionale. Nel specifico del settore tessile, Prato è storicamente in linea con i dati – molto buoni – regionali e nazionali, anzi è lievemente migliore.

Tra gli industriali si parla di “generalizzazioni inaccettabili e giudizi alimentati da un’onda emotiva comprensibile ma infondata” e sono arrivate all’emittente una richiesta di rettifica (in parte accolta sui canali web di La7) e il preannuncio di possibili azioni legali a tutela dell’onorabilità del sistema economico pratese.

“Siamo nel mirino – dichiara il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini – e dobbiamo esserne consapevoli. La storia recente del nostro distretto è costellata di crisi reputazionali dovute a frange più o meno estese di imprese che operano, talvolta anche sistematicamente, nell’illegalità . Di questo l’Unione industriale pratese prima, Confindustria Toscana Nord poi, è sempre stata consapevole e, a differenza di altri soggetti, non ha mai negato questa realtà ma viceversa ha bussato e bussa a tutte le porte perché queste degenerazioni siano arginate. Le aziende oneste hanno tutto da perdere da situazioni del genere, ma abbiamo predicato nel deserto per anni”.

“Le motivazioni degli ultimi incidenti – conclude Marini – saranno stabilite dagli accertamenti giudiziari ma rileviamo come Prato oggi sia sotto scacco, come lo è stata dopo il rogo della Teresa Mode e come è da vent’anni per le imprese cinesi. Le imprese oneste di Prato, che sono la stragrande maggioranza, non si meritano tutto questo”.

Anche CNA Toscana Centro, con il presidente Claudio Bettazzi, è intervenuta con parole chiare: “Per la sicurezza sul lavoro serve un piano straordinario congiunto di interventi e investimenti, ma l’immagine di Prato mostrata da Piazza Pulita non è il volto reale delle imprese di questo distretto. E’ una fotografia impietosa e non veritiera del distretto pratese, che ha sì sacche di illegalità da rimuovere con fermezza, ma ha anche migliaia di imprese sane, la maggioranza, che lavorano in piena sicurezza e nel totale rispetto delle normative. Il quadro emerso dalla trasmissione danneggia pesantemente l’immagine del nostro distretto e lascia passare il messaggio che i casi documentati, che condanniamo con fermezza, rappresentino la normalità. Così non è”.

Tra gli interventi già effettuati, ricorda Bettazzi, il Piano strategico rivolto alle imprese cinesi e attivato dalla Regione, anche a seguito della forte azione e della collaborazione di Cna, che ha contribuito in maniera sostanziale, se non a risolvere, a rinormalizzare le condizioni di degrado emerse dopo la tragedia del Teresa Mode.

Confartigianato Imprese invece chiede un tavolo con gli attori economici e istituzionali della città. “Non è più rinviabile una strategia comunicativa unitaria per presentare un’immagine positiva e realistica del nostro distretto” dice il presidente Luca Giusti. “È innegabile che esistano nel nostro distretto ancora situazioni di sfruttamento come quelle descritte – spiega Giusti – ma chiunque abbia l’onestà intellettuale di approfondire il discorso scoprirebbe che quelle situazioni sono casi marginali che occorre continuare a combattere come Prato sta facendo ormai da anni, come possono testimoniare i numeri. Se dobbiamo chiedere onestà intellettuale ai giornalisti che vogliono raccontare la nostra realtà, compito nostro e ormai necessità inderogabile, è quella di presentarla nel modo migliore, mettendo da parte i personalismi per tracciare e seguire una strategia di comunicazione che coinvolga tutti e offra finalmente al Paese e al mondo un’immagine di Prato almeno consona alla realtà”.

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