Smaltimento abiti, Corertex chiede più informazione

Smaltimento abiti, Corertex chiede più informazione

Dopo l’ingresso nel consorzio di altre sei aziende Corertex, prosegue nel percorso di dialogo con le istituzioni del territorio per farsi conoscere e condividere iniziative. I nuovi entrati sono New Comindusa, Rantex, Mitumbatex, Future Evolution, Polo spedizioni e Lmpt (le ultime due rispettivamente di Livorno e Parma.

Dal dibattito fra i soci è emersa la necessità di aumentare l’informazione diretta alla cittadinanza sui metodi corretti di conferire gli abiti usati. Dopo l’indagine congiunta di Alia, Regione Toscana e ambiti territoriali dalla quale è emerso che fra l’ottobre e il novembre 2021 nell’Ato Centro solo il 15% degli indumenti usati è andato a riciclo, mentre il resto è finito in discarica, lo stesso Corertex si è attivato per approfondire i numeri.

“Abbiamo voluto verificare di persona il trend mettendoci nei panni di un cittadino che vuole disfarsi dei capi che non indossa più – racconta il presidente del Corertex, Raffaello De Salvo – e purtroppo da un’ulteriore ricerca è emersa molta confusione fra la cittadinanza”.

Tra chi ha risposto “non esiste normativa, quindi vanno messi nei sacchi dell’indifferenziata”, chi “la differenziata nel tessile è approvata ma ancora non attiva, quindi i vestiti si buttano nell’indifferenziata” pochi sanno che i vestiti devono andare nel circuito del riuso e del riciclo, tramite le apposite campane o le raccolte porta a porta organizzate dai Comuni. “I cicli post consumo buttati nell’indifferenziata – aggiunge il presidente – non possono essere inceneriti ma solo termovalorizzati o interrati in discarica. E soprattutto in Toscana, dove non ci sono termovalorizzatori, questo si traduce in un danno ambientale ed economico enorme, perché il materiale va interrato e al contempo si butta via preziosa materia prima seconda”.

Dopo i colloqui col sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, e i contatti costanti con Alia, dal Corertex arriva così l’invito a organizzare “campagne congiunte di informazione rivolte ai cittadini, sempre più attenti e sensibili alla materia ambientale”. “Rivolgo un appello agli enti pubblici e privati toscani e nazionali – conclude De Salvo – ovvero se non sapete cosa farne di questi indumenti usati, prima di buttarli in discarica con un doppio danno, informate il consorzio e troveremo la giusta via per valorizzare un rifiuto che possiamo riciclare fino al 97%”.

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