Sistema Moda Italia

SMI, il primo biennio di Tamborini tra luci e ombre

Tutto si può dire meno che Sergio Tamborini abbia scelto un momento fortunato per diventare presidente di Sistema Moda Italia. Il primo biennio da numero uno del tessile italiano si è appena chiuso e per il presidente è il momento di fare un primo bilancio di un periodo storico assai complesso.

Arrivato alla “plancia di comando” nel settembre del 2021, all’indomani di una pandemia devastante per casse e morale delle aziende, Tamborini ha accompagnato l’orgogliosa e impetuosa ripartenza del settore prima di incrociare la strada con guerre inattese e aumenti dei costi dell’energia ad un certo punto ingovernabili.

Quindi il bilancio non può che essere tra luci ed ombre e il presidente l’ha tracciato ieri, quando è stato fatto anche il punto sulla situazione del Tessile e Abbigliamento italiano: le previsioni di fine 2023, realizzate dal Centro Studi di Confindustria Moda, vedono un turn over positivo arrivare a poco meno di 65 miliardi, segnando un + 3% sul 2022. Rimane la netta ripresa sul periodo pre-Covid (il 2019 chiuse con un fatturato di 56 miliardi).

Il Tessile & Abbigliamento made in Italy rimane appetibile sui mercati esteri, con un export in crescita ad agosto del 3,2%: i primi mercati di approdo sono Francia (+ 12%) e Germania (+ 4,5%). Ma all’orizzonte del 2024, ormai vicino, si vede uno scenario più complesso, con una sofferenza fino a maggio-giugno. Le difficili situazioni internazionali, legate ai conflitti, non permettono previsioni a lungo termine, benché il settore dell’alto di gamma si sia spesso rivelato un’area rifugio.

Dal canto suo Tamborini si prepara al secondo biennio con la consapevolezza che SMI ha consolidato il rapporto con le istituzioni nazionali ed europee, raggiungendo risultati significativi nel rendere il mondo politico sempre più consapevole dell’importanza della filiera T&A per il sistema Paese, a livello di saldo commerciale, occupazione ed export.

Un biennio fatto di incontri e colloqui con i vari ministeri di riferimento, anche e soprattutto in ottica “responsabilità estesa del produttore”, per la quale, “ad oltre due anni dall’inizio dei lavori presso il Ministero dell’Ambiente per l’introduzione di un regime EPR, peraltro già vigente in diversi Paesi europei, la situazione è ancora di stallo”.

Tamborini ha sostenuto in prima persona il forte impulso dell’attività associativa nella direzione della sostenibilità della filiera, vedi ad esempio la costituzione del consorzio Retex.Green, che sta realizzando progetti per i consorziati sui rifiuti industriali che consentono efficientamenti e miglioramenti in termini di impronta ambientale dei cicli produttivi.

Tamborini ha anche ricordato la realizzazione di due edizioni di successo del Venice Sustainable Fashion Forum, e l’impegno per tutte le attività legate ai finanziamenti per digitalizzazione e innovazione per le imprese. Nel futuro c’è un impegno sempre maggiore sui tavoli della politica nazionale ed europea, attraverso Euratex e anche come azione diretta.

“Vogliamo garantire – ha detto Tamborini (a destra nella foto, accanto al drettore generale di Confindustria Moda Gianfranco Di Natale) – anche per i prossimi anni al sistema Tessile e Abbigliamento le tutele in termini di sostegno all’innovazione, alla competitività e alle sfide sostenibili che hanno già caratterizzato a oggi il mio mandato in Sistema Moda Italia. Ci aspettano mesi complessi, dove l’industria dovrà ancora più relazionarsi con le istituzioni per continuare un cammino virtuoso verso l’applicazione dell’Agenda 2030, per mettere nero su bianco le normative su ricerca e sviluppo ed esplorare nuove frontiere in tema di approvvigionamento di materie prime come di produzione di materie prime seconde. L’impegno richiesto coinvolge tutti i sistemi europei e crediamo fortemente che il settore Tessile Moda italiano sia sulla strada giusta per una significativa svolta”.

Condividi articolo