Sono finite le speranze delle imprese tessili pratesi di vedere accolti alcuni emendamenti al Decreto bollette.
Speranze ancora vive in attesa della conversione in legge del decreto varato dal Governo il 28 febbraio: un emendamento in particolare prevedeva la modifica rilevante dell’estensione anche alle aziende allacciate alla media tensione dell’azzeramento per un periodo degli oneri di sistema ASOS.
Col Decreto infatti gli oneri di sistema vengono azzerati, sia pure solo per sei mesi, alle utenze non domestiche in bassa tensione: le imprese industriali pratesi, allacciate solitamente alla media tensione, non hanno i requisiti per avvalersene.
Il voto in aula alla Camera prima di Pasqua e oggi al Senato ha trasformato in legge, almeno per questo aspetto, il Decreto così com’era.
Quindi nessun beneficio all’industria tessile pratese, che di fatto non potrà attingere al miliardo e 200 milioni di euro destinati al sostegno alle imprese per l’incremento dei prezzi di gas metano ed energia elettrica.
“Un po’ ci speravamo – commenta con amarezza Filippo Giagnoni, coordinatore del gruppo Nobilitazione e lavorazioni tessili della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – ma evidentemente ci sono stati problemi di bilancio statale. Si tratta di equilibri molto discutibili: quegli sgravi sarebbero sì stati un mancato introito per l’erario, ma qual è per i conti dello Stato il costo delle difficoltà che le imprese incontrano in questo momento così critico, gravate oltretutto da questi oneri? A soffrirne sono soprattutto le aziende della filiera, quelle da cui dipende tutto il sistema moda fino al capo finito. Occorrerebbe una visione più ampia e strategica di temi come questo. Quella del Decreto bollette prima, della legge di conversione poi, poteva essere un’occasione per aiutare imprese che danno tanto in termini di occupazione e di valore aggiunto. Confidiamo che ci saranno altri provvedimenti e iniziative legislative che guardino con maggiore attenzione a realtà come le nostre, dove si avverte sempre più la necessità di un piano industriale nazionale volto a valorizzare la nostra tradizione e innovazione”.