Sostenibilità e creatività giovane sono i segni distintivi a Pitti Filati per Botto Giuseppe, arrivata a Firenze a meno di un mese dalla pubblicazione del quarto bilancio di sostenibilità.
Lo stand, come sempre, mostra sui muri parole e simboli che richiamano ai valori della sostenibilità e alla cura per l’ambiente, con riferimenti alle certificazioni: Cradle to Cradle e studi di Life Cycle Assessment garantiscono per l’azienda, forte di un utilizzo di materie prime certificate negli ultimi tre anni passato dal 25% al 68%.
Tra i dati più rilevanti del bilancio ci sono la riduzione del numero di prodotti chimici utilizzati da 850 a 530 e l’aumento dell’efficienza energetica con il completamento dei pannelli solari sullo stabilimento di Valdilana, col traguardo di portare il consumo al 90% di energia rinnovabile nel prossimo futuro installando una coclea sulla condotta di scarico della centrale di Tarcento e un impianto fotovoltaico da 250.000 kWh nello stabilimento di Valdilana. Calato anche il consumo di acqua.
Ma a caratterizzare lo stand nell’ultima edizione di Pitti Filati è stata anche la presenza di alcuni capi di abbigliamento frutto di un progetto avviato in collaborazione con IED Milano. Due studentesse del corso in Fashion Design hanno infatti lavorato per portare a Firenze due capi di maglieria a testa.
Chiara Monti, pratese, ha chiamato il proprio progetto “Error 404″, invitando ad una riflessione critica sulla tecnologia e sul suo impatto sulla vita quotidiana; Ginevra Discosti, di Carpi, con “L’autunno del cuore” ha manifestato la nostalgia, nonostante la giovane età, per gli anni adolescenziali.
Per entrambe tanta ricerca, rivisitazioni personali del jacquard e la prima opportunità di esprimere il proprio talento.