Visti in fiera – Iafil: la stagione giusta

Iafil è un’azienda principalmente cotoniera, quindi questa è l’edizione di Pitti Filati certamente privilegiata. Non a caso la scelta è andata su uno spazio decisamente prestigioso, all’ingresso del padiglione centrale, che consente immediatamente ai visitatori di buttare uno sguardo sulle collezioni, ma anche su una bella installazione di fiber art con cui Iafil ha voluto rendere speciale la partecipazione di questo piovoso gennaio fiorentino.

“Per quanto oggi sia tendenza condivisa di puntare sull’interstagionalità – commenta il presidente Stefano Salvaneschi – noi restiamo cotonieri e diamo il meglio in questa edizione, per la quale presentiamo due collezioni. Accanto a quella classica Iafil con i cotoni più belli al mondo, anche in mischia con filati pregiati e un buon numero di continuativi, presentiamo in questa edizione HAUTE, alla sua prima uscita”.  Si tratta di una collezione destinata all’alto di gamma, con una grande ricerca tecnica nascosta dall’eleganza e dalla sobrietà dei filati.

“Abbiamo sperimentato lavorazioni decisamente innovative – commenta Elena Salvaneschi, direttrice Marketing – utilizzando per lo più materie prime naturali: solo il 10% dei nostri materiali è man made. Puntiamo su una sostenibilità che sposa la performance. Specialmente nelle tinture riusciamo a garantire una brillantezza dei colori che non è facile ottenere con lavorazioni a basso impatto ambientale. Restiamo una piccola impresa che sceglie un rapporto di collaborazione molto stretta col cliente, quasi una customizzazione”. E questo avviene soprattutto con la collezione Haute che presenta filati esclusivi, riservati a quei clienti che ne hanno suggerito la realizzazione, conseguenza è che le produzioni di Iafil sono spesso di piccole quantità, produzioni di nicchia. “Riusciamo a lavorare in questo modo – continua Elena Salvaneschi – perchè abbiamo sviluppato una grande flessibilità e una grande organizzazione del lavoro: in azienda a Milano ci sono 22 dipendenti, altri 50 sono dislocati presso le imprese del territorio dove abbiamo delocato i nostri macchinari“.

Lo spostamento di alcune lavorazioni presso aziende in partecipazione ha consentito di mantenere la sede principale dell’azienda in piena città di Milano, nello stabilimento dove la Iafil, azienda fondata nel 1890 col nome di Industria Ambrosiana Filati, si trasferì nel dopoguerra a seguito del bombardamento della fabbrica originaria.

I numerosi clienti che già dalla prima giornata si sono fermati allo stand Iafil, oltre alle collezioni, hanno potuto ammirare la mostra di Florencia Martinez, artista italoargentina presente in fiera che ha celebrato il fondamentale “fattore umano” della creatività e i filati pregiati, l’homo faber e la sua capacità di trasformare la materia. “Ci è piaciuto l’idea di Florencia – conclude Elena Salvaneschi – di riutilizzare materiali di riciclo come dimensione della memoria: in Chroma, che è il titolo della mostra, ci sono opere realizzate in un tessuto che diventa tridimensionale, si trasforma in scultura: lo stesso processo creativo che parte dai nostri filati”.

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